venerdì 29 aprile 2011

LE 6 BUGIE SULLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA DEL NOSTRO GOVERNO

Dicono che la privatizzazione dell’acqua è il futuro.Ma il resto del mondo sta tornando all’acqua pubblica (vedasi Parigi).
Dicono che l’acqua privata è più economica di quella pubblica.
Chiedano in Toscana, dove l’acqua è privata da 15 anni e le tariffe sono le più alte d’Italia.
Dicono che la privatizzazione dell’acqua migliorerà i servizi.
Ma l’acqua pubblica va incontro ai bisogni dei cittadini  mentre i privati inseguono solo i profitti: chi li obbligherà a investire nelle infrastrutture?
Dicono che l’acqua rimarrà un bene fondamentale e inalienabile.
Ma cosa impedisce a un privato di togliere il servizio a chi non può pagare una bolletta? Puoi restare una settimana senza acqua?
Dicono che con l’acqua privata non ci saranno discriminazioni
Ma un privato non ha interesse a raggiungere zone isolate o difficili da collegare.
Dicono che aprendo al mercato privato la concorrenza migliorerà i servizi.
Ma le grandi società francesi sono già pronte a spartirsi il bottino “Italia”. Altro che concorrenza!”
Non solo, negli ultimi giorni il governo, dopo aver abrogato tutte le leggi in materia di nucleare in Italia (per affossare il terzo Quesito referendario), sta pensando di abrogare anche le leggi sulla privatizzazione dell'acqua affossando di fatto anche i primi due Quesiti. lo scopo? non far raggiungere il quorum al Referendum del 12 e 13 Giugno che vedrebbe (quasi sicuramente) la vincita dei SI al quarto Quesito, quello sul Legittimo Impedimento che blocca i processi al Premier Berlusconi.  Ma non è detta l'ultima parola, infatti una vecchia norma potrebbe salvare la consultazione di Giugno inquanto l'ultima Parola è della Cassazione e la stessa dovrà prendere in considerazione vari aspetti:
  1. Perchè milioni di persone hanno firmato per chiedere il Referendum
  2. Perchè il governo ha ritirato le norme per far saltare il Referendum ( e qui stranamente Berlusconi ci ha aiutato, perchè nell'incotnro con il Premier francese ha dichiarato ai media che ha ritirato le norme sul nucleare appunto per far saltare il Referendum! Non per oltrepassare il Nucleare! )
  3. In conseguenza al punto precedente una norma prevede che in questi casi l'abrogazione di una norma soggetta a Referendum popolare debba in qualche modo portare ad un'altra norma che sostituisca la precedente specificandone i motivi e che soprattutto vada ( in poche parole ) nella direzione opposta alla norma precedente ma parallela al quesito Referendario (e ciò non è accaduto, anzi, attualmente l'Italia è senza un piano energetico!!! )
Insomma, i presupposti affinchè la Cassazione confermi tutti e 4 i Quesiti Referendari ci sono e siamo fiduciosi. Ai posteri l'ardua sentenza...

1 commento:

Andrea De Luca ha detto...

L'acqua è un bene pubblico, non una merce!