martedì 19 aprile 2011

UN TERRONE “MELANCONICO”

Se penso che la Carboneria fu fondata a Napoli durante i primi anni dell'Ottocento su valori patriottici e liberali, se penso ai Vespri Siciliani, se penso alla prima ferrovia Napoli-Portici, se penso che la prima raccolta differenziata  fu architettata e poi adottata a Napoli, vengo assalito da una tristezza e una rabbia perchè mi vedo appartenere ad una zona d'Italia  che rappresenta il "problema" in assoluto della stessa. Sfuggendo ad ogni forma di campanile, ed oggi, nel giorno del 150esimo anniversario dell'Unita d'Italia, sarebbe proprio grave, perchè rischierei di ritrovarmi come un pesce fuor d'acqua, vorrei chiedere a tutte le genti del sud, alle classi dirigenti di ieri, oggi e domani : ma un secolo e mezzo  non è stato sufficiente a porre fine alla "Questione Meridionale"??? Questo "benedetto" meridione, i propri mali, li ha almeno individuati?? Il GENERALISSIMO ci scosse, ci liberò e ci unì al settentrione.
Dopo un quarantennio e più avvertimmo il sacrosanto dovere di difendere l'Unità conquistata, combattendo, morendo nella prima guerra mondiale.
Il sacrario di Redipuglia è esempio di culto, di amor patrio, di onore, di forza e di italianità. Poi l'immigrazione, poi la Cassa del mezzogiorno adesso la Banca del Sud, a quando questa notte cederà all' aurora per poi lasciar sorgere un'alba???? Gran parte dei FRATELLI  mameliani del nord, per un ventennio a questa parte hanno gridato alla secessione, oggi si accontentano del Federalismo.... avranno anche le loro ragioni , ma non sanno che le loro ragioni sono le NOSTRE ragioni.
E' tempo che il Sud riguadagni il tempo ed il terreno perduto, Sud che è stato fautore e primo attore di rivolta allo straniero.
Tutto, proprio tutto è e sarà sempre tinto di BIANCO, ROSSO e VERDE.
VIVA  VERDI

Giuseppe Mozzi

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