sabato 31 dicembre 2011

RISULTATI SONDAGGI DI DICEMBRE 2011

Cari lettori, anche questo 2011 sta volgendo al termine e vorremmo rendere noti i risultati degli ultimi due sondaggi pubblicati e votati sul nostro Blog. Il primo riguardava l'ormai famosa manovra economica Salva Italia. Ebbene, il 70% dei nostri lettori ritiene la ritiene poco equa, il 28% la ritiene equa anche se necessitava di qualche modifica, e solo il 2% dei nostri lettori la riteneva equa e giusta.
L'altro sondaggio chiedeva ai nostri lettori per quale partito avrebbero votato qualora si andasse al voto ora, entro l'anno. A sorpresa abbiamo evidenziato che il 39% dei nostri elettori voterebbe l'IdV, il 19% il PD, il 12% il Movimento di Beppe Grillo, il 9% il PDL, 7% Lega Nord, 4% FLI e 2% La Destra, SeL, e FdS.

venerdì 30 dicembre 2011

NASCE LA RUBRICA: "IL SASSOLINOMUSIC"!!!!!


Cari "sassolini" a voi buongiorno , buon pomeriggio o buonasera nell'attimo in cui stiate leggendo questa rubrica. Questa nuova rubrica vi introdurrà tra nuovi generi ,artisti e culture , musicali per l'appunto. Vi intratterrò con review , recensioni e anteprime , aneddoti e profili musicali di artisti più e meno in voga tra i circoli musicali. Sperando in un continuo assiduo ricco di commenti  , vorrei oggi proporvi un singolo tratto dall’album in uscita il 31\01\2012 “Non è gratis” . L’album in questione è arrangiato da Rapstar . Nome scelto per indicare il progetto di coppia Fabri Fibra-Clementino che uscirà su etichetta Tempi Duri . L’unione dei due rapper sembra qualcosa di coeso , un misto esplosivo . Lo si può intendere dalla volontà di Fabrizio Tarducci, in arte Fabri Fibra, nell’avallare un progetto da LP con lo stesso Clemente Maccaro . Fibra prende in mano il microfono davanti  al pubblico alla metà degli anni novanta in vari gruppi ma sarà solo più tardi che diventerà uno degli artisti italiani più amati e criticati di sempre. Nel 2002 esordisce con l’album “Turbe Giovanili”. Discepolo di un Neffa non ancora neo-melodico che mixa e produce le basi . Apprezzato ma non troppo , riconquista e amplia il suo pubblico nel 2004 con “Mr. Simpatia”. È un LP dotato di beat pungenti e testi contorti e a volte blasfemi . Tendenzialmente crudo critica la società e gli anni in cui , secondo il rapper, la scena hip hop si sta commercializzando. Coscienziosa e dovuta, a mio parere , la sua autocritica nel singolo Non fare la Puttana . E così nel 2006 quando vince il disco di platino per l’album “Tradimento” diventa protagonista di copertine e magazine . Vincerà altri quattro dischi di platino ed un disco d’oro , nonché un multiplatino per il singolo Tranne Te . Continuano gli album e si rinnova il “caso Fibra” . Viene pesantemente attaccato per i suoi testi  schietti e sadici. Da ricordare lo scontro con il giudice Livia Pomodoro, presidente del tribunale dei minori di Milano , la quale inveì contro radio e televisioni affinché fosse boicottato il singolo Cuore di Latta ritenuto offensivo , senza rispetto e dannoso per i giovani . Cuore di Latta parla della vicenda del delitto di Novi Ligure . Amato ed odiato critica artisti come Caparezza , per lo scarso impegno verso la scena rap e Ligabue complice di trasmettere futili valori ai fini commerciali . Attacca la presunta omosessualità di Marco Mengoni  fino ad essere censurato nel  pezzo con Dj Shablo “Le leggende non muoiono mai” citando Sarah Scazzi . Da qui è storia nota . Fonda nel 2011 Tempi Duri e dopo varie collaborazioni post “Controcultura” sancisce patto con Clementino . Clemente Maccaro , in arte Clementino è un rapper partenopeo classe 82 . Inizia i suoi incastri di rime nel 1996 con la Trama Crew, poi TCK, in cui si denota un particolare spicco per il freestyle . L’improvvisazione su basi diviene suo pane quotidiano tanto da vincere il Tecniche Perfette nel 2004 , il Da Bomb nel 2005 arrivando secondo al 2thebeat per poi vincere l’anno venturo . Clementino è laureato in recitazione , testimone del fatto d’essere un ottimo intrattenitore di folle durante i suoi show. Nel 2006 firma un contratto con la Lynx Records con successiva uscita dell’album “Napoli Manicomio” . L’album si presenta come un misto dialetto italiano dialetto napoletano pieno di critica sociale e sound originali come Lettera al Telefono. Le collaborazioni sono molteplici ed inizia la sua scalata verso la fama sempre mantenendo saldi i suoi principi verso la scena hip hop e sempre rigorosamente con umiltà. Nel dicembre 2011 viene invitato a partecipare al nuovo programma di Marracash Mtv Split ove in una gabbia simil octagon si sfidano i migliori rapper italiani . Clementino approda in finale al pari con Rancore.  Così, da vita con Fibra , un progetto all’insegna del nuovo anno .  Sono due realtà che si scompongono e si compongono venendo a contatto . Due “king” il primo , Fibra , della scena hip hop commerciale italiana , l’altro dell’underground . Uniti da un forte senso di appartenenza ad una scena hip hop in forte cambiamento e da una visione del rap come strumento di introspezione e critica sociale. Il singolo in uscita è Chimica Brother che testimonia le affinità tra i due artisti . Il video ufficiale è ipnotico , veloce e a tratti tachicardiaco . Le strofe sono veri e propri colpi , proiettili che testimoniano l’ottimo periodo dei due . Una sfida al migliore , per un trono che forse , a mio parere , questa volta ha due posti . Per gli amanti del rap consiglio vivamente questo brano e consiglio ancor più il Cd in uscita l’anno che verrà .

lunedì 26 dicembre 2011

CARO DIARIO,

quest’oggi non è che abbia fatto chissà quali grandi cose, anzi, giornata abbastanza piatta…
Svegliato presto, colazione, giro con amici, pranzo, studiato un po’, relax, ecc. ecc.
Abbiamo dovuto aspettare le 16.30 circa affinchè accadesse qualcosa, e posso dirti che non è stata una cosa piacevole. Erano circa le 16.30, come suddetto, che alcuni nostri vicini ci sono venuti ad avvisare di togliere immediatamente il bucato steso fuori il nostro balcone, perché? Perché sembrava fosse esploso il Vesuvio! Infatti affacciandoci dal balcone del nostro appartamento, io e mia sorella con il suo fidanzato ci siamo ritrovati in una coltre di fumo scuro, nero, denso, con un odore di plastica, gomma bruciata. Guardandoci attorno ci siamo resi conto che sul retro di una casa, situata sulla strada parellela la nostra, qualcuno, il proprietario, stava bruciando alcune “frasche”… Fatta mente locale siamo riusciti fuori e il fumo era ancora lì, anzi era aumentato, tutti i nostri vicini si affrettavano a ritirar dentro il bucato, a chiudere le persiane, le porte, le finestre. L’odore era bruttissimo, sembrava di essere nella famosa “Terra dei Fuochi”, in una discarica in fiamme, e io e il ragazzo di mia sorella abbiamo deciso di chiamare le forze dell’ordine, quella puzza era troppo palesemente “non normale per quattro ramoscelli secchi”. Erano le 16.45, chiamiamo il 112, ci passano Capua e ci chiedono nome, cognome, numero di telefono e paese. Diamo i dati di Francesco, il fidanzato di mia sorella e ci dicono che ci avrebbero richiamato. Così è stato, alle 16.47 ci richiamano, abbiamo ancora i dati sul cellulare, e ci confermano la presa d’atto della segnalazione dicendoci che avrebbero inoltrato la segnalazione stessa alla locale caserma dei Carabinieri. Aspetta un quarto d’ora, mezz’ora, un’ora e niente. Il fumo continua ad uscire, alcuni genitori non fanno uscire un bambino dall’auto tanto forte è l’odore, ma delle forze dell’ordine nessuna traccia. A questo punto cerco di contattare i vigili urbani locali ma nulla, al Municipio non risponde nessuno, non ho altri numeri, i contatti privati dei vigili locali li ho perduti con la rottura del mio smartphone… Non ci arrendiamo, sono le 18.00 e decidiamo di andare a cercare qualcuno per strada, abbiamo pensato: “Forse stanno in giro!”. Niente, Municipio chiuso, le volanti dei carabinieri, entrambe, ferme in caserma. Caro diario, sono le 22 passate di questo Santo Stefano e la mia camera puzza ancora tanto da sembrare di stare in una locomotiva a carbone… Buonanotte diario!!!

SE NON ORA... QUANDO??

TRADIZIONI NATALIZIE LOCALI

Questo articolo intende raccogliere alcune delle molte tradizioni locali natalizie, di cui la maggior parte erano in voga nel periodo precedente la seconda guerra mondiale fino al secondo dopoguerra.
Per quanto riguarda l'aspetto gastronomico, il pranzo di Natale comprendeva il tradizionale gallo, che veniva allevato proprio per essere cucinato in questa occasione, e servito insieme ad altre pietanze quali gnocchi, tagliolini fatti in casa e cucinati con salsa o brodo, frutta secca come castagne al forno, taralli con finocchietti caserecci, struffoli e zeppole fritte come dolce. Piatto tipico era anche la "pizza di raurigno", fatta con uva passa, finocchietti e farina di granturco.  Dolci tradizionali come panettoni o pandori, dalle nostre parti, all'epoca ancora non erano diffusi.  
Dal punto di vista folkloristico-religioso, nelle case si preparava solo il presepe, perchè l'albero di natale si sarebbe diffuso  a partire dagli anni cinquanta e, in tutte le piazzette del paese, si organizzava un "fuoco di Natale" dove si raccoglievano i giovani che suonavano e cantavano con l'"organetto", fino a quando arrivava l'ora della messa di mezzanotte. Nei giorni successivi al Natale i ragazzi usavano prendere un sacco e andare in giro per ogni casa intonando "Buonu e buon anno", con lo scopo di ricevere noci, frutta secca, castagne, taralli e via dicendo. La canzone faceva così: "buon e buon annu e buonu capurannu, racce l'umberto cumm a chigliat' anno... caro Antonio t'hanno aggarbato, semmu arrivati a auannu e puru ra ccà a cient'anni!", dove "l'umberto" era il regalo e "Antonio" era il nome del padrone di casa, che veniva cambiato utilizzando altri nomi di altri capi famiglia a seconda delle case che si visitavano. Al ritornello potevano aggiungere anche "scennete u fiaschu cu u vino e pure caccusella pe mangià!". Molte di queste tradizioni oggi non sussistono più, in parte perchè dimenticate e in parte perchè abbandonate per via del benessere che è stato raggiunto a partire dalla fine degli anni cinquanta con il cosiddetto "boom economico". Infine c'è da fare una precisazione: soltanto le famiglie più abbienti (in questo caso quelle che avevano almeno un terreno a disposizione), potevano permettersi di vivere il periodo natalizio in questo modo.

PRESEPE VIVENTE

Il 6 e 7 gennaio, nella splendida e suggestiva cornice del borgo medioevale, ci sarà la rappresentazione vivente del presepe del '700 napoletano. Per info e dettagli potete contattare la Pro Loco Pietramelara.

MERCATINO DEL RIUTILIZZO DA PARTE DI LEGAMBIENTE

Il circolo Legambiente Pietramelara ci ha comunicato la prossima organizzazione di un mercatino del riutilizzo, che avrà luogo nella seconda decada del mese di Gennaio. Verranno rese disponibili maggiori informazioni nelle prossime settimane.

RETTIFICA ARTICOLO SUL CASO “UFFICIO TECNICO”

La Redazione de Il Sassolino è rimasta meravigliata e perplessa dagli eccessivi attacchi che abbiamo riscontrato in questo periodo nei confronti dell'articolo (e anche nei confronti del nostro direttore Andrea De Luca) sull'ufficio tecnico, articolo che avete trovato nel Sassolino di novembre. Ebbene, ci sono giunte all'orecchio, non solo delle critiche (che possono starci, ci mancherebbe), ma persino delle minacce di denuncia nei nostri confronti. Intimidazioni che, a nostro avviso, fanno parte di un modo vigliacco di ragionare. Per questo motivo, crediamo sia giusto fare una piccola ma importantissima precisazione. Noi abbiamo riportato un articolo preso dal web, più precisamente da questo sito (http://www.paesenews.it/?p=689), a firma di Giancarlo Izzo, giornalista. La stessa notizia era presente in altri blog della provincia. Dunque, noi abbiano solo rimbalzato questa notizia, per fornire una informazione alla gente. Il nostro intento non era quello di screditare nessuno, tanto meno avercela ancora oggi con qualcuno in particolare. Sia chiaro questo. Inoltre, abbiamo usato il condizionale e nell'ultimo passaggio dell'articolo (il nostro ripreso dall'originale) c'era scritto: 'Se fosse davvero così'. Tra l'altro, nella notizia di Izzo, non si parlava di una accusa ufficiale bensì di una informazione che ancora non ha trovato conferme. La questione poi se è veritiera o meno, se ci sono colpevoli o no, a noi non ci importa. Grazie per l'attenzione.
 

PULIAMO IL BORGO

Il 2011 è ormai finito e quest'anno ha visto l'enorme successo de "Il Sassolino" cartaceo e dell'annesso blog (ilsassolinopuntoit.blogspot.com): mezzi d'informazione locale probabilmente tra i più diffusi e più letti. Come avrete potuto leggere sul nostro blog è stata ultimata la NOSTRA RICETTA BASE PER PIETRAMELARA e soprattutto sono stati pubblicati organigramma, statuto e atto di costituzione dell'associazione di volontariato non riconosciuta. Tale premessa per due motivi. Il primo riguarda le adesioni all'associazione "Il Sassolino" gratuitee aperte 24h su 24h, tutti i giorni; l'associazione chiede solo volontà di fare. Il secondo motivo è "Puliamo il Borgo", manifestazione organizzata in collaborazione con le associazioni locali Legambiente e Locomotivpaz e con chiunque volesse partecipare e collaborare. L'evento è previsto per la terza domenica del 2012 a meno che le condizioni metereologiche non lo impediscano. Non si tratterà di un evento politico ma sociale, della comunità e per la comunità. Per ulteriori informazioni saranno affissi manifesti e distribuiti volantini oppure vi invitiamo a contattarci con una mail all'indirizzo riportato in basso nell'ultima pagina del volantino cartaceo.

ANNUNCIO DI LAVORO : AGENZIA DI STAMPA

Agenzia giornalistica cerca giovani universitari per apertura sede a Pietramelara. Richiesto ottimo profilo scolastico. Inviare curriculum a: Curriculum@italiamedia.it .

L'UOMO VENUTO DAL NULLA

Così veniva chiamato Lino Tabacchino dai suoi compagni di nazionale, già tutti campioni. Il nostro compaesano, il 4 dicembre 2011, ha partecipato alla 26a edizione di Mr. Universo Body Building, nella categoria di pesi medi. All'evento mondiale hanno partecipato venticinque nazioni tra cui Sud Africa, Olanda, svizzera, Francia, India, Pakistan, USA. Da Pietramelara è partito un bus pieno per sostenere il nostro concittadino nella competizione: il presidente della manifestazione è rimasto stupefatto dal caloroso tifo dei nostri compaesani. Dopo aver superato le fasi preliminari, Lino si è classificato 6° nella finale su ventotto partecipanti.
Con questo intendiamo valorizzare il presente e sperare nel futuro: lo sport è anche questo!

ANCHE QUEST’ANNO IL SANTO NATALE E’ ARRIVATO

Il paese è tutto illuminato, i negozi tutti addobbati e per le strade si respira aria di festa. Si prospetta un bel natale. Ma per molti nostri cari concittadini non sarà cosi. Non sarà un natale tanto felice, a causa della fortissima crisi che ci sta assalendo, a causa del lavoro che manca, a causa delle enormi spese che ogni giorno ci troviamo ad affrontare. I soldi che restano sono pochi e quindi in molte famiglie sotto l'albero ci sarà poco e niente. Per fortuna, il nostro comune e la nostra amministrazione comunale, come tradizione che da qualche anno si rispetta, decide di fare un piccolo "dono" a questa famiglie che si trovano in condizioni più disagiate. Certo sono pochi soldi, ma aiuteranno tanti a sentirsi meno soli e aiuteranno a trascorrere un Natale un pò diverso.Si ringrazia l'amministrazione per questo pensiero che ogni anno ha nei confronti di queste persone e per l'aiuto che offre.

Il SASSOLINO DELLA REGINA - DICEMBRE 2011

Cari sassolini, in questo ultimo appuntamento della nostra rubrica per il 2011, lasciatemi spendere qualche parola, a conclusione delle manifestazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, su un personaggio a me molto caro: Margherita di Savoia, la prima regina d’Italia. Non so quanti di voi e mi rivolgo ai più giovani, ha mai studiato o sentito parlare di lei. Prim’ancora di essere una principessa e poi una sovrana, ella fu una donna che seppe, in un particolare momento storico della nostra amata Patria, infondere in tutti gli Italiani l’orgoglio di essere tali dopo il periodo eroico e tragico del Risorgimento.Figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, fratello minore di re Vittorio Emanuele II e della principessa Elisabetta di Sassonia, Margherita rimase ancora in tenera età orfana di padre. La sua fanciullezza la trascorse nel castello di Agliè con la madre ed il fratellino Tommaso, ricevendo un’educazione degna del suo rango. Nel frattempo la nostra Penisola, seppur tra mille difficoltà, si era incamminata sulla strada dell’unificazione nazionale sotto l’egida di Casa Savoia. Né alta né bellissima, Margherita aveva di suo un grande fascino, una grande chioma bionda e due occhi azzurri, oltre ad una viva intelligenza ed una comunicabilità fuori dal comune. La morte prematura della regina Maria Adelaide, moglie dello zio Vittorio Emanuele II e l’allontanamento dalla corte della madre, la quale illudendosi di poter sposare il cognato sovrano vedovo, si era invaghita di un semplice funzionario di corte, portarono Margherita ad essere ufficiosamente la “prima dama” del Regno d’Italia in tutte le manifestazioni ufficiali, accompagnatrice dello zio Vittorio, in quanto le figlie di quest’ultimo, le cugine Clotilde e Maria Pia, erano già sposate da anni e vivevano all’estero.
Dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, alla corte di Torino iniziarono a giungere domande di matrimonio per Margherita da parte di molti Principi europei, primo fra tutti Carol di Romania. Tuttavia ben più importante era predisporre le nozze dell’erede al trono Umberto, figlio primogenito di re Vittorio Emanuele II. I contatti del governo e della corte italiana presso le altre case reali non avevano dato i frutti sperati, in quanto nessuna delle grandi dinastie europee voleva ancora imparentarsi con gli ultimi “arrivati” , i Savoia appunto. Si decise pertanto di rivolgersi agli Absburgo, anche per tentare un riavvicinamento tra i due Paesi dopo le guerre risorgimentali. Venne prescelta Matilde d’Austria, figlia dell’arciduca Alberto duca di Teschen e di Enrichetta di Nassau-Weilburg. Ma il destino era in agguato: la sera del 6 giugno 1867 nel palazzo viennese della celebre imperatrice Sissi, in attesa di andare a teatro, Matilde si accese una sigaretta e per nasconderla agli occhi del padre, inavvertitamente fece prendere fuoco al suo abito di tulle! Morì qualche giorno dopo tra atroci sofferenze.
A questo punto sfumate le nozze con gli austriaci, il Presidente del Consiglio Menabrea, propose a re Vittorio proprio la nipote Margherita quale moglie del figlio Umberto onde rafforzare l’immagine della dinastia. Vittorio rispose in dialetto piemontese: “Ma l’è masnà”, cioè “è ancora
una bambina”, ma ben presto nonostante i suoi 17 anni, il sovrano si rese conto che la nipote era matura per quell’impegnativo passo. Quando Umberto andò ufficialmente a chiederle la mano, la risposta di Margherita passò alla storia: “Tu sai quanto sono orgogliosa di appartenere a Casa Savoia, e  lo sarò ancora di più diventando tua moglie!”. Le nozze furono celebrate nel 1868 e la coppia iniziò subito a viaggiare per tutta il Paese per farsi conoscere dai nuovi sudditi. L’anno dopo nacque l’erede Vittorio Emanuele a Napoli, tra il tripudio del popolo. Purtroppo il bambino, frutto dei molteplici matrimoni tra consanguinei, nacque rachitico e Margherita ne venne ferita nel suo orgoglio di madre. Nel 1878 alla morte del suocero divenne Regina d’Italia e si installò al Palazzo del Quirinale che trasformò da tetro palazzo della Roma pontificia in una delle regge più sfarzose d’Europa. Il suo salotto culturale divenne celebre nell’ ospitare poeti, scrittori, artisti, politici, anche critici della monarchia. Sopportò le infedeltà del regale consorte con grande signorilità. Ai suoi piedi “cadde” anche Giosuè Carducci, noto anticlericale e fiero repubblicano, il quale conoscendola ne divenne il suo più fiero ammiratore. Tra eventi sismici, epidemie, scandali, l’Italia “umbertina” lentamente entrò a far parte del concerto delle grandi Potenze europee. Promosse la moda italiana e fu patrocinatrice di eventi culturali e sociali. In politica preferì sempre la fermezza, auspicando per il Paese governi “forti” che potessero consolidare la giovane struttura dello Stato italiano, così come appoggiò l’impegno coloniale dell’Italia al pari delle altre nazioni. Dove fallì fu nel rapporto con il figlio, questi per tutta la vita la considerò la causa della sua piccola statura e delle dolorose cure mediche al quale venne sottoposto. Margherita amava l’eleganza, i gioielli, in particolare le perle,  le feste ed i balli di corte, ma pure i lunghi soggiorni in montagna nell’amata Valle d’Aosta. Fu tra le prime estimatrici dell’automobile. Non mancava di aiutare i poveri, le famiglie sfortunate con donazioni personali ecc. Quando il marito Umberto I cadde assassinato dall’anarchico Bresci nel luglio 1900 ben comprese che il suo tempo da protagonista era terminato, lasciando la “scena” al figlio Vittorio Emanuele III ed alla moglie, Elena del Montenegro. Visse ancora a lungo, dedicandosi all’alpinismo, all’attività di beneficenza ed a supportare i giovani talenti in tutte le arti. Durante la Prima Guerra Mondiale si attivò nell’organizzare ospedali e rifugi per i feriti e gli sfollati. Nel 1922, alla vigilia della famosa “marcia su Roma”, alcuni collaboratori di Mussolini le fecero visita a Bordighera ove si era ritirata. Morì a 75 anni ed è l’unica tra le regine d’Italia ad essere stata tumulata nel Pantheon di Roma.
Consiglio la lettura di: “La regina Margherita” di Carlo Casalegno – Il Mulino – Eur 15,49; “La corte dei Savoia” di Carlo M.Fiorentino – Il Mulino- Eur 27,00. BUONE FESTE A TUTTI!

domenica 25 dicembre 2011

BUON NATALE





La redazione de 'Il Sassolino' augura a voi e alle vostre famiglie un sereno Natale

domenica 18 dicembre 2011

CIAO NINUCCIO

La redazione de Il Sassolino esprime cordoglio per la scomparsa del nostro concittadino Ninuccio Saviano. Una persona squisita, mite e generosa che non avrebbe meritato una fine così atroce. La nostra speranza, come quella di tutti gli amici pietramelaresi, è che si faccia chiarezza su questa triste vicenda.

Ciao Ninuccio

mercoledì 14 dicembre 2011

AUGURI AL DOTTOR SANTAGATA!

La redazione del Sassolino e l' IdV Pietramelara si complimentano con il neo-dottore Domenico Santagata, nonchè membro della redazione Il Sassolino e del direttivo dell'associazione Il Sassolino, per il conseguimento della Laurea in Economia e Commercio.

lunedì 12 dicembre 2011

ADRIANO CELENTANO - NON SO' PIU' COSA FARE

IL GOVERNO MONTI - BERLUSCONI INVECE LO SA'! BISOGNA COMPRARE UNA DECINA DI CACCIA BOMBARDIERI CON I SOLDI DELLA MANOVRA PER CONTARE NEL MONDO!!!!!

sabato 10 dicembre 2011

E’ ARRIVATO BABBO NATALE!!!

Cari amici di tutte le età, ma lo sapevate che quest’anno Babbo Natale è arrivato con qualche settimana di anticipo?
Ebbene si cari fanciulli, quest’anno sotto l’albero avrete tutti un bel pacco, ma uno di quei pacchi grandi grandi!!!
Purtroppo vogliamo rovinare la festa anche a questo Babbo Natale, come piace fare a noi Sassolini, e quindi vi sveliamo la natura di questo enooooorme pacco… allora:
1.     Per un litro di benzina, cari amici, dalla sera alla mattina, abbiamo sborsato e sborseremo mediamente 9,9 centesimi in più; 13,6 centesimi per il gasolio e 2,6 centesimi mediamente per un litro di gpl!!! Che bello vero cari amici? Quest’anno tutti a casa vicino al camino al calduccio!!
2.     Un bel + 0,33% per l’addizionale IRPEF! Yuppyyyyyy!!!!
3.     Ops dimenticavamo, Babbo Natale aumenterà del 60% i nostri cari estimi catastali della casa dove abitiamo!!!! L’ICI, l’IMU… non ne parliamo… Che generoso…
4.     Meno generoso per un altro accessorio al pacco… scatterà solo dal 1 ottobre 2012 l'aumento delle aliquote Iva del 10 e del 21% di due punti percentuali e di 0,5 punti dal 1 gennaio 2014… Volevamo pagarla da subito!!! Mascalzoncello!!!
5.     E non manca il regalo per i nostri nonni e per qualche nostro genitore! Udite udite, sale l’età minima pensionabile e l’anzianità per andare in pensione!!! Che bellooooo! Dal 2012 l'eta' minima per andare in pensione sara' di 66 anni per i maschietti e di 62 per le femminucce; dal 2018 anche le femminucce usciranno dal lavoro dai 66 anni… Ma non solo, sulle pensioni ci sono tanti altri piccoli regalini, ma meglio non svelarveli, rimarreste scioccati dalla contentezza! Possiamo solo dirvi che il metodo ora sarà per tutti contributivo, per i maschietti basteranno solo 42 anni e per le femminucce solo 41!!!! Che birbante… Noi volevamo lavorare fino all’ultimo giorno di vita!
6.     Ultimo pacchetto è riservato per i nostri cari amministratori a tutti i livelli. Il nostro bravissimo Babbo Natale ha sforbiciato altri 5 miliardi di euro alle Regioni, alle Province e agli Enti Locali!

Cari lettori,
Buon Natale e ricordate : Babbo Natale lo sta facendo per noi!

VI FESTA DI BALLI CANTI E SAPORI TRADIZIONALI

Sabato 10 e domenica 11 dicembre a Roccaromana, a partire dalle ore 18, si terrà la "VI Festa di Balli Canti e Sapori Tradizionali".
Questo il programma:

10 Dicembre
Ore 18.00— Apertura delle “Botteghe artigiane”, della
 “Via degli antichi mestieri” e degli stands di
degustazione.
Ore 19.30— Esibizione Coro dei bambini
Ore 21.00— Gruppo folkloristico: “A Paranza rò Lione e Scafati”
Ore 22.30— Gruppo folkloristico: “ A Tambur battente”

11 dicembre

Ore 18.00— Apertura delle “Botteghe artigiane”, della
 “Via degli antichi mestieri" e degli stands di
degustazione.
Ore 20.30—Esibizione Coro dei nonni
Ore 21.30-- Gruppo folkloristico: “A' via e' Perruni” di San Nicola la Strada

DE MAGISTRIS NOMINA L'INCORRUTIBILE RAPHAEL ROSSI PRESIDENTE DI ASIA (Report 6 Nov 11)

Enzo Martelli, dipendente ASIA: "E' un input che dobbiamo mandare noi a tutti i napoletani...". E non solo...


giovedì 8 dicembre 2011

SVERSAMENTI DI LIQUAMI, UN ARRESTO E UN DEFERITO

Tratto da Cronache di Caserta


Il sospetto che qualcuno utilizzasse quella zona isolata per sversare abusivamente rifiuti di ogni genere. Così ha preso il via l'operazione che ha portato all'arresto di un operaio di Pietramelara, A.A., di sessantadue anni, dipendente di una azienda agricola della zona. L'uomo è adesso accusato di sversamento illecito di rifiuti speciali anche di tipo pericoloso. A sorprenderlo in flagranza di reato sono stati i carabinieri della stazione di Pietramelara nell'ambito di un servizio di controllo del territorio predisposto dal comandante della compagnia di Capua, il capitano Giovanni De Risi. Per sorprendere l'operaio in flagranza di reato, i militari dell'Arma hanno effettuato un servizio di appostamento lungo una stradina di montagna. Durante le attività hanno potuto accertare che l'uomo, appena arrivato in zona, ha incominciato a sversare su di un terreno i liquami degli animali. Bloccato sul fatto, l'operaio è stato accompagnato in caserma per essere poi tratto in arresto. Successive attività di indagine hanno permesso di accertare che l'uomo avrebbe eseguito un ordine del suo datore di lavoro. Il titolare dell'azienda bufalina, G.N., di cinquantanove anni, è per questo motivo stato denunciato.

lunedì 5 dicembre 2011

CONTINUA LA BATTAGLIA PER L'ACQUA PUBBLICA - ATTO V

Alcune premesse:
  1. Vi invitiamo prima a rileggere gli atti precedenti
  2. Questo protocollo è il riassunto di un anno di domande senza risposte; speriamo sia giunta l'ora della verità
  3. Per mesi e mesi, grazie anche all'aiuto della Legambiente Pietramelara, abbiamo sollevato il problema dell'esistenza di analisi chimiche e biologiche delle acque ad uso e consumo umano, visto che mesi orsono l'Ufficio Tecnico non ne era in possesso. Grazie ad un recente studio molto approfondito sui consumi d'acqua nella provincia di Caserta, e ad approfondite analisi chimiche delle acque locali avvenute nell'ambito di un progetto Legambiente provinciale, sappiamo che l'acqua è buona e tutti i parametri sono nei limiti.
L'esito delle analisi fatte da Legambiente e la nostra lettera ultima protocollata al nostro Comune sono di sotto riportate.






domenica 20 novembre 2011

STRANA “SOLITA” ATMOSFERA

C’è qualcosa di nuovo in paese? Chissà?
Forse sarà l’aria autunnale, o forse il profumo di castagne, ma di sicuro lo strano “ ribollire ” che si inizia a percepire per le vie del borgo, per nulla paragonabile a quello dei tini che ha da poco trasformato il mosto in vino, tradisce le attese di “nuovo” assomigliando più all’opaco brusio delle riunioni che si iniziano a consumare intorno ai tavoli cui siedono i  soliti “MAGHETTI” della politica nostrana. In quelle sedi, al pari quasi delle sette segrete, provano a tirar fuori dal cilindro magico il candidato sindaco e i suoi scudieri, comunicando i nomi ai loro tifosi che, riunitisi agli angoli delle strade, parlottano e criticano. Eppure secondo noi la maggior parte della gente sarebbe anche pronta e meriterebbe a pieno di respirare un’aria nuova dopo anni di letargo, ma c’è sublime, da parte di qualcuno, la voglia di non fare aprire le finestre, la voglia di voler soffocare le scelte con uno stantio metodo capace di sabotare l’effervescenza naturale che un periodo pre-elettorale dovrebbe portare con se in questi momenti. Per spiegare e siglare le molteplici facce di questo periodo che spesso ricorre ogni cinque anni, abbiamo voluto coniare un termine: “Sotto sotto”. Che cos’è il “sotto sotto”? A nostro avviso il “sotto sotto” è il tutto e il niente, e nel “sotto sotto” c’è tutta l’inadeguatezza della nostra attuale “politica di paese" e di seguito cercheremo di spiegare il perché. Iniziamo col dire che per come noi la immaginiamo, la “politica di paese” dovrebbe essere la voglia e la capacità di alcune persone di  mettersi al servizio della collettività, le quali utilizzando le proprie competenze possano prevedere il miglioramento della comunità puntando su di un’ipotesi di sviluppo tanto ampiamente condivisa quanto certamente poi da dimostrare, affrontando continuamente il severo giudizio dell’elettore e, soprattutto in un paese piccolo come il nostro, dovrebbe interessare la vita sociale di tutta la gente che lo compone, siano essi politici, amministratori, o elettori, singoli individui, associazioni di persone che sono legate da comuni obbiettivi o interessi. Invece spesso da elettori siamo portati a credere che la politica sia una materia astratta che riguarda solo i cosidetti “politici” o appunto quei “maghetti” di cui sopra, che poi altri non sono se non i politici di un tempo o chi, nonostante il tempo, non è riuscito ad esserlo, e ci lasciamo trasportare dalle solite logiche secondo le quali, traendo le somme, ci dovremmo accontentare del “meno peggio”. Ma dicevamo del “sotto sotto”. Sotto sotto, accadono cose strane.
Sotto sotto, capita che qualcuno si sveglia da lunghi letarghi e si riscopre interessato alla politica, come se partecipare sia come prenotare un numero da mettere sulla maglietta e poi aspettare il colpo dello starter alla maratona.
Sotto sotto, capita che chi fino ad allora si è lamentato di tutto e di tutti all’improvviso inizia a “tifare” per gli uni sparando a zero contro gli altri.
Sotto sotto, capita che qualcuno butta sui giornali candidati a caso, così tanto per smuovere le acque, quando farebbe bene a chiedersi, ma forse già lo sa, perché le acque non si “smuovono”.
Sotto sotto capita, speriamo di sbagliarci,  che rinascano partiti dimenticati, scomparsi in maniera tragica e che riappaiono solo per riciclare le antiche idee dei padri nelle sterili aspettative dei figli.
Sotto sotto, capita che sei molto nervoso non tanto per i chili che hai messo su nelle varie cene che accumuli lungo il percorso, ma per gli innumerevoli caffè che ti vengono offerti e a cui non puoi proprio rinunciare.
Sotto sotto, capita che chi non ha ancora finito una determinata opera dice che non ha avuto la possibilità di farla in maniera spedita per le difficoltà riscontrate all’inizio, ma che per fortuna sono state gettate le basi e che nel prossimo mandato si vedranno i frutti, anche se poi nel prossimo mandato chi ne godrà i frutti potrebbe anche essere chi l’ha ostacolata in partenza, il quale portandola a termine, avrà due modi per arrossire, sia se la riterrà utile scordandosi delle iniziali critiche, sia se dirà che si dovevano per forza finire i lavori pur continuando a ritenere inutile l’opera.
Sotto sotto, speriamo che la gente scopra, come è già successo a noi, il disgusto per il sotto sotto, e trovi la voglia di partecipazione intesa come possibilità di scegliere responsabilmente non di rifiutare il sistema semplicemente facendone parte, ma impegnandosi a farne parte per correggerne il tiro.
Finché saremmo portati a credere che sia giusto accontentarsi del “meno peggio”, finiremo anche col credere alla legenda che esiste realmente una torta da dividersi, quando invece non c’è, e che con la speranza di riceverne una fetta che pensavamo non ci spettasse, finiremo a non avere neanche le briciole che invece erano nostre di diritto. La politica locale (e forse non solo), è come una pietanza di alta cucina. Affinchè risulti ottima, occorre non solo scegliere l’ingrediente principale, ma anche tutto ciò che la arricchisce di genuinità e di gusto. Se la giusta combinazione di ingredienti, di passione e amore nel prepararla incontra il consenso di chi la consuma, il gioco è fatto, sarà sicuramente un successo! Noi i nostri ingredienti li abbiamo voluti cercare e li abbiamo trovati nel continuo confronto con la gente, per la strada, e da loro, dalle loro esigenze che sono uguali alle nostre, abbiamo tratto spunto per scrivere la nostra RICETTA che punta ad avere un paese VIVIBILE. E se pure dalle pagine di questo giornalino abbiamo cercato di seminare, ritenendolo indispensabile per il nostro fine, una buona dose di impegno civico, qualsiasi cosa sia già timidamente germogliata nelle coscienze e nelle aspettative dei nostri lettori noi crediamo che sia ancora poca cosa per poterne sopportare da soli il peso dei frutti, quindi cercheremo prossimamente di scegliere il terreno più fertile che ci consenta di crescere nella giusta maniera la nostra personale idea di IMPEGNO, per poterne poi raccogliere i frutti sperati. Ai posteri l’ardua sentenza, volendo ricordare bene a chi ancora non pensa di esserlo, che in questo caso i posteri siamo noi tutti, prima e dopo le prossime elezioni.    

Il Sassolino nella Scarpa - Anno 2 Num.4

sabato 19 novembre 2011

STRANE VOCI SUL NOSTRO UFFICIO TECNICO

Cari lettori, in questo numero di novembre vogliamo riportarvi “una notizia” sul nostro ufficio tecnico, ufficio già oggetto di notizia in altri articoli e altre inchieste nei mesi passati, non solo da parte della stampa e del web, a quanto pare.... Difatti siamo venuti a conoscenza, tramite varie testate e blog di informazione, che l'ufficio tecnico incasserebbe, indebitamente, una percentuale del 2% sull'importo dei lavori pubblici. Una procedura, questa, che veniva permessa da una legge del lontano 1994, anche se la stessa è stata superata poi da alcuni correttivi che chiariscono che la somma spetta solo quando la responsabilità del procedimento è affidata all'esterno della struttura burocratica dell’ente. Per questo motivo sarebbe scattata una denuncia da parte di alcuni professionisti che registrano un abuso da parte del comune, guidato dal sindaco Luigi Leonardo. Non sarebbe la prima voce che si scatena sul nostro ufficio tecnico. L’esposto, a quanto si evince, sarebbe stato anche inoltrato alla Procura della Repubblica, al Ministero dei Lavori Pubblici e alla Corte dei Conti. Riportiamo testualmente parte della nota che recita così: “Accertato che è uso e costume, che l’unico dirigente dell'Utc, all’uopo incaricati solo come rup e non progettisti interni delle opere pubbliche, si autoliquidano illegittimamente l'intero compenso del  2% e quindi in contrasto con quanto riporta l'art. 92 di cui sopra. Considerato  che gli ordini professionali e albi professionali non tutelano in alcun modo i propri iscritti. Con la presente si vuole denunciare la continua violazione dell'art. 92 , comma 5, del D. Lgs. 12.4.2006, n. 163 e s.m.i. ed il perpetrare nell'emissione di Documenti illegittimi (Determine Dirigenziali) da parte dei Dirigenti degli Uffici Tecnici dei seguenti comuni al fine di auto liquidarsi tutto il 2% illegittimamente”. Se fosse davvero così, non sarebbe di certo una bella figura a nostro avviso, soprattutto per il livello di immagine di Pietramelara essendo l’Ufficio tecnico comunale  uno, se non il più importante ufficio dell’ente. La stessa ed identica azione, nella nostra zona, sarebbe toccata anche ad altri comuni tra i quali Alvignano.

SPIEGAZIONI SULL'UTILIZZO DEI VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE - ATTO III

Era da un po’ che noi de Il Sassolino non parlavamo di come sia organizzato il servizio civile nel nostro Comune, ma, dopo molte voci che abbiamo sentito riguardanti i nostri articoli sul tema, sentiamo il bisogno di fare una nuova precisazione. Ciò che a noi interessa è il coordinamento dei volontari, che sottostanno a date persone e quindi non hanno autonomia decisionale. Quando parliamo di cosa essi fanno, normale ci chiediamo: “Perché il soggetto incaricato non li coordina nel modo dovuto?”. Se già proviamo a leggere alcune frasi del bando, come “Diffondere una corretta informazione sul tema dei rifiuti”, oppure “Accrescere la buona informazione sul tema dei rifiuti”, od anche “Promuovere la cooperazione territoriale tra gli Enti coinvolti” , ci chiediamo dov’è scritto che debbano sostituire gli addetti nella stesura del censimento ISTAT oppure nel controllo del territorio (parole dei volontari). Di essere in pratica dei faccendieri, non dei volontari del servizio civile nazionale il cui nome del progetto a cui sono assegnati è AMBIENTE COMUNE. Quando qualcuno vorrà confrontarsi, in modo civile, siamo a vostra disposizione, se invece si vuole continuare a strumentalizzarci e ad aizzarci contro i volontari stessi… beh…

PONTE SFONDATO DI VAL D’ASSANO

Il Ponte Sfondato si trova a Val d'Assano, frazione del Comune di Rocchetta e Croce, al confine con il Comune di Riardo. Si tratta di un ponte di età romana, probabilmente appartenente all'età imperiale (età che va dal 31 a.C. al 476 d.C.), costituito da quattro arcate in progressione, di altezza e ampiezza diseguale, che diventano sempre più alte da ovest  verso est. In età romana univa le città di Teano e Benevento e, nonostante sia incrostato da rovi, edera, cespugli e persino da alberi di quercia, è ancora in discrete condizioni e ben visibile. Attualmente sovrasta la valle del Savone, ma originariamente al di sotto vi passava un modesto corso d'acqua. Ciò fà pensare all'eccessività del ponte, che testimonia l'uso degli ingegneri romani di realizzare un'opera prestigiosa, potendo disporre di notevoli risorse finanziarie. Con la decadenza della rete stradale romana in seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, andò in rovina, anche se forse era ancora in buono stato nel 1229. Infatti in quell'anno l'Imperatore Federico II lo attraversò recandosi nelle terre dei Figli di Pandolfo (Principe di Capua), come testimonia Riccardo di San Germano, cronista del Regno di Sicilia tra il 1189 e il 1243. Anche se il passaggio pedonale è durato fino a pochi decenni fa, sicuramente durante la seconda guerra mondiale era già sfondato; a tal proposito si narra che, di notte durante quel periodo, fini giù nel foro del ponte un'autocarro con a bordo soldati inglesi o americani ubriachi. Il rumore provocato dalla caduta nella valle e le urla ed imprecazioni dei soldati, chiamarono l'attenzione degli abitanti delle masserie vicine che, impauriti, solo al mattino si decisero ad accorrere in aiuto ai feriti, rischiando persino una rappresaglia per il ritardo. Nonostante sia abbandonato da molto tempo, è una costruzione di notevole interesse nella zona, frutto dell'abilità e dell'ingegno di un popolo, quello Romano, all'avanguardia per quanto riguardava la realizzazione di collegamenti viari a medio e lungo raggio tra una città e l'altra. Questa peculiarità, unita a molte altre abilità, ha determinato in maniera decisiva l'espansione sia territoriale che economica del più grande Impero del mondo antico.


“UN MESTIERE DIFFICILE….”“

Al Sud governare è difficile, complicato, rischioso. La scelta del sindaco in un comune del Sud determina l’equilibrio del nostro paese più che un Consiglio dei ministri. Coscienza pulita, schiena dritta. Prima di lui, nel nostro comune, la disciplina non esisteva, esistevano diritti, ma nessun dovere. La sua elezione portò a condividere questa scelta con i cittadini, renderli partecipi dei problemi e della possibilità di risolverli insieme è tutt’altro che imporre, vietare, minacciare. E’ grazie a questo impegno costante che nascono risultati eclatanti. Cosa vuole il cittadino dal suo amministratore? Poche cose: lo sviluppo del territorio a costo zero (comprendendo che l’attuale crisi economica taglierà ulteriormente i fondi statali agli enti territoriali – n.d.a.), una buona amministrazione che non gravi sul cittadino, la manutenzione e lo sviluppo della viabilità, migliorare la raccolta dei rifiuti, rendendola moderna ed indipendente, recuperare i beni ambientali ed architettonici, retaggio e patrimonio della comunità, far pagare i tributi, evitando così provvedimenti che potrebbero bloccare il rilascio di licenze e permessi per qualsiasi tipo di attività commerciale e non solo, disciplinare ed armonizzare il traffico cittadino, con l’imposizione dei parcheggi a ticket, non sempre ben visti ed accettati, certo, ma che rendono, e tanto. Potenziare il decoro urbano e civile, vietando di buttare a terra cicche e mozziconi di sigarette, pena un’ammenda pecuniaria, per non parlare poi del controllo sui “bisogni” di cani e gatti, con altrettante multe ai proprietari che non osservano le normative vigenti. Tutti i cittadini devono avere uguaglianza davanti ai doveri e parità di diritti per tutti. Se vuoi capire se un uomo è leale devi toccarlo sui soldi, sugli interessi, chiedendo magari di cedere qualcosa di suo per il bene pubblico… Nella  vita non vi è riconoscenza: la gente appena riceve il piacere richiesto, se ne dimentica. Ti lascia, ti segue fino a che non hai esaudito il suo desiderio. Poi, se quella stessa persona subito dopo la tocchi negli interessi diventa il tuo peggior nemico. L’amministratore locale  non deve essere un politico di “carriera”, bensì un servitore della politica, cioè essere al servizio del cittadino: ascoltarlo, rispondergli direttamente, essere presente sul territorio, farsi vedere, ascoltare, risolvere le tante piccole difficoltà di ogni giorno. Promuovere lo sport e la cultura, ma anche commercio, agricoltura, artigianato, industria, attingendo dai fondi europei e valorizzare i giovani, nell’istruzione e nel mondo del lavoro”. Tutto questo e tante altre cose le potrete leggere nel “Il sindaco pescatore” – Storia di Angelo Vassallo – Mondadori Editore Euro 17,00. In queste settimane nelle quali si sente tanto parlare di elezioni, a livello centrale e locale, il prossimo anno saremo chiamati alle urne per le elezioni comunali, sarebbe opportuno a chi volesse presentarsi, di leggere questo libro, non fosse altro perché colui che incarnava tutto questo che ho appena descritto, Angelo Vassallo, appunto, sindaco di Pollica, è stato assassinato il 5 settembre 2010 ed i  colpevoli sono ancora impuniti! Per la verità molte delle cose che il povero Vassallo, socialista di vecchio stampo, cercò di attuare, riuscendovi, ma anche il suo “approccio” alla politica, sono alla base della “missione” di un politico, come ebbi modo di evidenziare già nel lontano 1994, nel mio “Un cuore nuovo per la politica pietramelarese”, onde spronare la classe politica locale e nazionale, alla caduta della cosiddetta “prima repubblica”, a guidare un vero rinnovamento di uomini ed idee. Questo mese quindi, consiglio “caldamente” ai politici “nostrani” di ieri, oggi e domani ed a quanti volessero impegnare politicamente, di leggere prima questo bel libro e poi decidere… Cari sassolini, ringrazio della stima ed amicizia quanti, fermandomi per strada, si complimentano per queste poche righe che mensilmente tentano solo di favorire la lettura e la crescita civile e morale della nostra Pietramelara.

VOCE DEL POPOLO

Il mese scorso abbiamo sottoposto alla cittadinanza pietramelarese un sondaggio sul “nuovo tocco verde” di Via Roma sul nostro blog http://ilsassolinopuntoit.blogspot.com/ . Ebbene, circa il 75% di coloro che hanno votato, ha espresso un parere negativo, solo il 13% ha espresso un giudizio favorevole mentre circa il 12% ha sarcasticamente votate per l’opzione: “vorrei tanto conoscere l’autore”.

mercoledì 16 novembre 2011

GOVERNO MONTI, LA LISTA DEI MINISTRI



Ecco la lista dei ministri del nuovo governo Monti. Come detto, nessun politico ma solo 'tecnici':


Corrado Passera, ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture;


Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa;


Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno;


Paola Severino, ministro della Giustizia;


Giulio Terzi, ministro degli Esteri;


Elsa Fornero, ministro del Welfare con delega alle Pari Opportunità;


Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca;


Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni culturali;


Renato Balduzzi, ministro per la Salute;


Mario Catania, ministro delle Politiche Agricole e forestali;


Corrado Clini, ministro dell'Ambiente.


Nominati anche cinque ministri senza portafoglio:


Enzo Moavero Milanesi (Affari Europei),


Piero Gnudi (Turismo e Sport),


Fabrizio Barca (Coesione territoriale),


Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento),


Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale).

IL SASSOLINO DALLA REGIONE CAMPANIA 16/11/11


“Un fatto grave, che interroga profondamente i partiti e la politica”. Dichiarazione di Luisa Bossa, deputata del Pd, componente della commissione antimafia, dopo l’arresto avvenuto la mattina scorsa a Caserta, del consigliere regionale Enrico Fabozzi, per sospetta collusione con il clan dei casalesi.
L'ex sindaco di Villa Literno, infatti,  Enrico Fabozzi, è stato arrestato per un presunto sodalizio con il clan dei Casalesi; ricordiamo che fu sospeso dal Pd e dal gruppo regionale del partito già un anno e mezzo.
L'ex On. del PD, nel nostro Comune, totalizzò 30 preferenze alle scorse elezioni regionali "classificandosi", sempre qui da noi a Pietramelara, quarto su nove nomi presenti nella lista del Partito Democratico in Provincia di Caserta.

domenica 13 novembre 2011

SILVIO BERLUSCONI PREMIER, LE ULTIME ORE. IL RACCONTO DI UNA STORIA ITALIANA

articolo tratto da ilfattoquotidiano.it

Dalla discesa in campo all'invito a comparire di Napoli, dai rapporti con gli alleati all'editto bulgaro, dalla guerra alle toghe rosse ai 'coglioni' di sinistra, fino al discorso del predellino, al bunga bunga e alla caduta dei giorni nostri: i diciotto anni con il Cavaliere significano Seconda Repubblica

“Se fossi a Roma non avrei dubbi, voterei Fini”. Comincia così l’avventura politica di Silvio Berlusconi, il 23 novembre 1993, all’inaugurazione del centro commerciale Euromercato di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Le voci sulla ‘discesa in campo’ c’erano già, ma questa è la prima dichiarazione politica di peso. Gianfranco Fini è il segretario del movimento sociale italiano e si candida a sindaco di Roma contro Francesco Rutelli (che vincerà). La scelta di campo è netta perché Alleanza nazionale non è ancora nata e nelle macerie politiche del post Tangentopoli il Cavaliere si schiera con l’esponente neofascista, convinto che intorno a lui si raggruppi “quell’area moderata che si è unita e può garantire un futuro al Paese”. Insieme faranno tanta strada. Berlusconi ‘sdogana’ Fini nell’arco costituzionale, An diventerà un alleato chiave di Forza Italia. Seguiranno periodiche crisi, fino alla ‘fusione fredda’ dei due partiti nel Pdl, poi la rottura definitiva nell’aprile 2010 (il celebre “Che fai, mi cacci?”) e la nascita di Fli, oggi in prima fila nell’affossare il presidente del Consiglio. E, forse, a porre fine alla sua parabola politica.

DISCESA IN CAMPO E VITTORIA TRADITA.

La discesa in campo, quella vera, arriva il 26 gennaio 1994, tramite videocassetta accuratamente confezionata che da Arcore è recapitata a tutti telegiornali. Cosa che è salutata come segno di modernità rispetto alla Prima Repubblica (non è passato molto tempo dai governi guidati dagli Andreotti e dai Fanfani), con tanto di calza sulla telecamera per addolcire l’immagine. Ma la videocassetta anticipa anche lo stile che il Cavaliere avrebbe adottato in politica: stare il più lontano possibile dalle domande dei giornalisti. Così in prima serata e a reti unificate è servito un salmo rassicurante: “L’Italia è il paese che amo…”. L’ingresso in politica è motivato dalla necessità di salvare il paese dal “governo delle sinistre e dei comunisti”. Il costruttore di Milano 2, il padrone della Fininvest, l’uomo che aveva inventato la tv commerciale in Italia si candida a governare il Paese.

Berlusconi sfonda, e alle elezioni di quella primavera sconfigge la “gioiosa macchina da guerra” capitanata da Achille Occhetto, l’uomo che ha appena mandato in soffitta il Partito comunista italiano l’ha sostituito con il Partito democratico della sinistra. L’imprenditore milanese ha in dote buona parte degli elettori della Dc e del Psi, oltre alla fondamentale alleanza con la Lega Nord, con gli ex missini, con il Ccd di Pierferdinando Casini. Indubbiamente, però, pesa il fascino dell’imprenditore che si è fatto da solo, che ha creato ricchezza e posti di lavoro, che promette la “rivoluzione liberale”, che sa comunicare e usare le televisioni (le proprie, e non solo). L’evidente conflitto d’interessi tra il politico e il monopolista della tv non scalda eccessivamente gli animi.

Sette mesi dura il primo governo Berlusconi. Tra i ministri si ricordano Cesare Previti (alla Difesa) e Giuliano Ferrara (Rapporti con il parlamento). La prima rottura con la Lega di Bossi avviene con il cosiddetto ‘decreto salvaladri’ architettato per far uscire dal carcere molti detenuti dell’inchiesta Mani pulite. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni (il primo non democristiano del Dopoguerra) dirà di essere stato “ingannato”: gli hanno fatto leggere “un decreto diverso” . Il 22 novembre, il presidente Berlusconi è impegnato a Napoli in un vertice internazionale sulla criminalità organizzata. Lì lo raggiunge un invito a comparire, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano per tangenti pagate dalla Finivest alla Guardia di Finanza, per ammorbidire gli accertamenti fiscali. Le mazzette sono state effettivamente versate, come dimostrano le condanne in cassazione per alcuni dirigenti Fininvest, ma Berlusconi alla fine ne uscirà assolto. Quel 22 novembre segna il simbolico inizio di un’altra battaglia che segnerà il ventennio berlusconiano: l’aspra lotta contro la magistratura “politicizzata”, le “toghe rosse”, i giudici “antropologicamente diversi dalla razza umana”, “cancro da estirpare”, e persino dediti al “turismo sessuale”.

Il 21 dicembre 1994 Bossi molla Berlusconi. Per anni il centrodestra attribuirà all’invito a comparire di Napoli il crollo di quel governo, ma per la verità la mozione declamata da Umberto Bossi in aula non ne fa cenno, mentre è densa di proclami antifascisti. La prima esperienza a Palazzo Chigi termina con pochi risultati e molto livore. Berlusconi e Fini giurano solennemente che con Bossi non vogliono avere più nulla a che fare: “Neppure un caffè” (Fini) con quel “dissociato mentale” (Berlusconi). Bossi, dal canto suo, fa partire la micidiale campagna su Berlusconi “mafioso di Arcore“.

Per colui che è ‘unto del signore’ comincia la “traversata del deserto”. L”uomo del fare’ è confinato all’opposizione, prima di un governo tecnico capitanato da Lamberto Dini, poi del governo Prodi, con l’Ulivo uscito vittorioso dalle elezioni del 1996. E’ opinione comune che in quegli anni il centrosinistra si sia giocato tutto, e se lo sia giocato molto male. Un Berlusconi debole e demoralizzato viene resuscitato dalla Commissione Bicamerale voluta da Massimo D’Alema, che dovrebbe fare storiche riforme istituzionali e non porterà a nulla, se non a nuove leggi di procedura penale gradite a Berlusconi e a tanti altri imputati di Tangentopoli. Nel frattempo, dopo appena due anni di governo, Rifondazione comunista guidata da Fausto Bertinotti toglie la fiducia a Romano Prodi, che si dimette. Negli anni successivi, il centrosinistra si avvita in una serie di fallimenti con quattro governi in cinque anni: un Prodi, due D’Alema, un Giuliano Amato. Le regionali del 2000 si risolvono con una generale sconfitta dell’Ulivo (che porterà alle dimissioni del D’Alema due). L’aria è cambiata e Berlusconi capisce di potercela fare di nuovo. Anni di insulti e recriminazioni con Bossi vengono spazzati via, querele miliardarie comprese. In vista della concreta possibilità di vittoria, la vecchia alleanza del 1994 si rinsalda nella Casa delle Libertà. Quella del 2001 è la celebre campagna elettorale dove debuttano i manifesti 6 metri per tre, con il faccione del Cavaliere, il cielo azzurro e slogan di grande fortuna, a partire da “Meno tasse per tutti”. Altro momento topico, la firma del ‘contratto con gli italiani’ davanti a un ossequioso Bruno Vespa, a Porta a Porta.

Il candidato del centrosinitra Francesco Rutelli è sconfitto senza appello. Non mutano il sentimento degli elettori i mille sospetti accumulati sulla biografia del cavaliere, dai rapporti accertati con Cosa nostra all’origine misteriosa dei primi finanziamenti, al pagamento di tangenti, ai tanti collaboratori finiti in pesanti guai giudiziari, tra i queli i più stretti, Marcello Dell’Utri e Cesare Previti. Succede il finimondo quando questi temi, fino ad allora confinati in libri e testate “di sinistra”, approdano in televisione in prima serata, grazie al comico Daniele Luttazzi che invita a Satyricon, su Raidue, Marco Travaglio, autore con Elio Veltri del libro L’Odore dei soldi. Anche se Berlusconi affermerà in seguito di avere perso “due milioni di voti” per quella trasmissione, le elezioni del 2001 sono l’ulteriore conferma che la questione morale fa poca presa sull’elettorato, ben più allettato da promesse di alleggerimenti fiscali e di un’attività economica più libera. Di fatto, però, i pochi liberali presenti nella Cdl vengono emarginati per far spazio a componenti con ben altre radici culturali, dagli ex democristiani a Comunione e Liberazione, dagli ex fascisti ai leghisti che rispolverano il protezionismo.

CINQUE ANNI AL GOVERNO, E NESSUNA SCUSA
E’ la legislatura del 2001-2006 il cuore del ventennio berlusconiano. Cinque anni filati di governo con una solida maggioranza e nessuna scusa. Che invece sarà trovata, con gli attentati dell’11 settembre, i cui contraccolpi economici verranno evocati negli anni successivi come giustificazione del mancato mantenimento delle promesse esibite sui cartelloni. In questa fase, l’Italia berlusconiana si appiattisce sulle posizioni del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, anche sul contestato intervento militare in Iraq del 2003, che vede contrari tra gli altri i principali partner europei, Francia e Germania. Nelle librerie macinano copie le invettive anti-islamiche di Oriana Fallaci, che entra immediatamente nel Pantheon del centrodestra berlusconiano. A mano a mano che sfuma il “nuovo miracolo italiano”, il Cavaliere comincia ad accarezzare la vanità di lasciare “un segno” nella politica internazionale, accampando meriti nell’avvicinamento fra Stati Uniti e Russia e in altri mutamenti epocali. Ma nel contempo dimostra un’attrazione fatale per i leader più discussi del globo. Solida l’amicizia con il russo Vladimir Putin, democraticamente eletto in un Paese dove la democrazia mostra ampie falle e i giornalisti scomodi muoiono ammazzati. Berlusconi va spesso a trovarlo, anche al di fuori delle visite istituzionali. Omaggia e bacia platealmente il libico Muammar Gheddafi, dittatore-canaglia per eccellenza ai tempi della strage di Lockerbie (1988), in cerca di nuova verginità fino alla tragica fine nella rivolta popolare sostenuta dalla Nato. Fino allo sconcertante show al fianco del satrapo bielorusso Aleksandr Lukashenko. Per una dozzina d’anni nessun capo di governo europeo si era azzardato fargli visita, date le pesanti accuse di brogli elettorali condivise dalla comunità internazionale. Fino all’autunno del 2009, quando un pimpante Silvio Berlusconi sbarca a Minsk e lo gratifica così: “Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti”.

Invece di prendere una piega liberale e antitasse, l’attività parlamentare della legislatura 2001-2006 si dirige subito verso le leggi “ad personam” tese a favorire gli interessi economici e giudiziari di Berlusconi. E’ un provvedimento “minore”, quello che toglie le scorte ad alcuni magistrati impegnati in inchieste scomode, a fare da battistrada e a innescare la prima scintilla dei “girotondi”, il movimento che poi crescerà a mano a mano che le leggi ad personam entreranno in agenda: quella sul ‘legittimo sospetto’, partorita dal senatore Udc Melchiorre Cirami per facilitare la ricusazione dei giudici nei processi, dà luogo a una gigantesca manifestazione promossa a Roma fra gli altri dal regista Nanni Moretti, solitamente schivo. Ancora più imponente è la mobilitazione della Cgil di Sergio Cofferati contro la riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il battesimo di piazza del nuovo governo avviene però il 19 e 20 luglio 2001 al G8 di Genova, segnato da violenze di piazza, pestaggi indiscriminati delle forze dell’ordine e dalla morte del manifestante Carlo Giuliani. Il governo Berlusconi, con il suo ampio seguito di ‘garantisti’, chiuderà completamente gli occhi davanti alle responsabilità della polizia e dei suoi vertici. L’altra caratteristica del quinquennio del “massimo splendore” berlusconiano è il ferreo controllo della Rai, che tocca il culmine con l”editto bulgaro’ che apre la strada alla cacciata di Michele Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. I temi della “censura” e del “regime” diventano argomento di dibattito quotidiano.

Del “nuovo miracolo economico italiano” non si parla affatto, mentre le cronache sono occupate dal perenne conflitto trra Berlusconi e la magistratura, tra Berlusconi e l’opposizione, tra Berlusconi e i giornali (comprese le più autorevoli testate straniere, come l’Economist e il Finacial Times, non certo di sinistra, anche se qualcuno proverà a bollarle come tali), tra Berlusconi e le istituzioni di garanzia, tra Berlusconi e le più varie circostanze che rendono inattuabili le promesse elettorali. Nel 2004 va in onda lo psicodramma delle dimissioni di Giulio Tremonti, il ‘genio’, il superministro dell’Economia immancabile in ogni esecutivo berlusconiano (salvo poi essere regolarmente travolto dalle critiche, copione che si ripete ai giorni nostri).

SILVIO A PEZZI, LA SINISTRA PURE.
Quello che arriva alle elezioni del 2006 è un Silvio a pezzi. Le regionali del 2005 sono state un disastro, 14 a due per il centrosinistra, resistono solo Lombardia e Veneto. I sondaggi danno il centrodestra irrimediabilmente sotto, la Casa delle Libertà si sfalda, con Casini e Fini seriamente intenzionati ad andare per conto loro. Magari saltando un giro dalle poltrone del potere, ma con il vantaggio di sbarazzarsi per sempre dell’ingombrante leader e giocare in proprio le partite successive. E il centrosinistra, per l’occasione battezzato “L’Unione”, candida alla presidenza del consiglio Romano Prodi, autentica bestia nera del Cavaliere. In questo contesto matura un rapido cambiamento della legge elettorale nel tentativo di limitare i danni: il ministro Roberto Calderoli battezza l’attuale Porcellum.

Invece, ancora una volta, le cose vanno diversamente: la resurrezione è dietro l’angolo. Berlusconi dà il via a una campagna elettorale urlata come non mai, nel tentativo di afferrare per la pancia il suo elettorato deluso e gli ‘indecisi’ meno politicizzati. Arriva a definire ‘coglioni’ gli elettori avversi, rigioca la carta dell’anticomunismo viscerale provocando un incidente diplomatico con la Cina, dove secondo lui in epoca maoista si “bollivano i bambini per concimare i campi”. Alla fine la sconfitta arriva, ma per un pugno di voti. Il governo Prodi non ha una solida maggioranza al Senato – e dall’opposizione Berlusconi scatena una violenta campagna contro i senatori a vita che lo appoggiano, anche se nel 1994 ne aveva beneficiato lui stesso – e vivacchia meno di due anni. Intanto Berlusconi si inventa il Popolo delle libertà, cioè la fusione di Forza Italia e An, in un discorso detto “del predellino”, perché pronunciato dal bordo dell’abitacolo di un’auto in piazza San Babila a Milano. Nel 2008 si torna a votare e Berlusconi rivince, battendo questa volta Walter Veltroni, che aveva lasciato in anticipo la poltrona di sindaco di Roma (e il centrosinistra perderà pure quella, in favore di Gianni Alemanno).

Ma per Berluisconi è l’inizio della fine. Troppo strappi, e una storia personale sempre più impresentabile. Gli alleati storici si defilano. Lo molla Casini, che ormai parla come un girotondino della prima ora, rinfacciandogli il conflitto d’interessi, i guai giudiziari, il fatto di governare pensando solo agli affari propri e di essere un bugiardo. Lo molla Fini, cofondatore del Pdl che ora si fa un partito tutto suo, Futuro e libertà per l’Italia, e da presidente della Camera (lo sdoganamento ha funzionato) martella l’ex alleato con le stesse motivazioni. Resta solo Umberto Bossi, che sette anni dopo il grave ictus che l’ha colpito si esprime per lo più a monosillabi e gestacci. Ma anche la Lega è attraversata dai “mal di pancia”, tra lotte di successione e la base che vorrebbe rompere l’alleanza diventata zavorra. Solo un’ampia servitù politico-mediatica, sempre pronta a negare l’evidenza dei fatti e a immolarsi nei talk show, permette al sistema Berlusconi oltre limiti che in altri paesi non potrebbero essere superati.

LACRIME, SANGUE E "CENE ELEGANTI".
Il tramonto del Cavaliere, l’uomo che ha segnato quasi vent’anni di politica italiana, si tinge di grottesco con il “caso Ruby” e la vicenda “escort”. Nell’estate del 2009 si scopre che il presidente del consiglio di una moderna democrazia occidentale ha l’abitudine di radunare nelle sue residenze decine di ragazze giovanissime – spesso pescate nell’ambiente televisivo – per farle esibire in giochini erotici, scegliendo di volta in volta quelle (al plurale) da far restare per la notte. Le ragazze sono ricompensate con denaro, gioielli, automobili, appartamenti, ma anche incarichi pubblici. Una di queste, Karima el Mahroug detta Ruby Rubacuori, ha frequentato quei festini (“cene eleganti” nella vulgata berlusconiana) da minorenne. E una notte che Ruby era finita in questura a Milano, il premier aveva telefonato al funzionario di turno intimandogli di lasciarla libera, in quanto la ragazzina era niente meno che “la nipote di Mubarak”, l’allora presidente egiziano. E così al lungo curriculum giudiziario del Cavaliere si aggiungono accuse sconcertanti e infamanti per chiunque e a maggior ragione per un leader politico, compreso lo sfruttamento della prostitituzione minorile. Il disonore finale è una citazione nel rapporto annuale del dipartimento di Stato americano sul traffico di esseri umani, non nelle veste di politico impeganto sul tema, ma di imputato in un caso di sfruttamento sessuale.

Così finisce l’era berlusconiana. La crisi globale spazza via qualsiasi sogno di miracolo economico, per far posto a una serie di manovre economiche “lacrime e sangue”, dopo le quali il Cavaliere è costretto ad ammettere a denti stretti di aver “messo le mani nelle tasche degli italiani”. Altro che meno tasse per tutti. L’Italia finisce sotto la tutela dei partner europei, molto preoccupati, anche per la tenuta della moneta comune, l’euro. Tra “fronde” e “malpancisti”, Berlusconi perde i pezzi – compresi personaggi a loro modo simbolici, come l’ex soubrette Gabriella Carlucci passata all’Udc – e li sostituisce con soggetti che hanno più fortuna nelle rubriche satiriche che in quelle politiche. Un nome per tutti, Domenico Scilipoti. Fino all’atto finale.

Dopo quasi vent’anni di Berlusconi e di berlusconismo, resta un generale retrogusto di tempo perso. Il Cavaliere dei miracoli non sarà ricordato né per le tasse abbassate né per aver reso questo paese più ricco, ma per la massima rimasta impressa nelle intercettazioni telefoniche del caso escort: “La patonza deve girare”.