lunedì 26 dicembre 2011

Il SASSOLINO DELLA REGINA - DICEMBRE 2011

Cari sassolini, in questo ultimo appuntamento della nostra rubrica per il 2011, lasciatemi spendere qualche parola, a conclusione delle manifestazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, su un personaggio a me molto caro: Margherita di Savoia, la prima regina d’Italia. Non so quanti di voi e mi rivolgo ai più giovani, ha mai studiato o sentito parlare di lei. Prim’ancora di essere una principessa e poi una sovrana, ella fu una donna che seppe, in un particolare momento storico della nostra amata Patria, infondere in tutti gli Italiani l’orgoglio di essere tali dopo il periodo eroico e tragico del Risorgimento.Figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, fratello minore di re Vittorio Emanuele II e della principessa Elisabetta di Sassonia, Margherita rimase ancora in tenera età orfana di padre. La sua fanciullezza la trascorse nel castello di Agliè con la madre ed il fratellino Tommaso, ricevendo un’educazione degna del suo rango. Nel frattempo la nostra Penisola, seppur tra mille difficoltà, si era incamminata sulla strada dell’unificazione nazionale sotto l’egida di Casa Savoia. Né alta né bellissima, Margherita aveva di suo un grande fascino, una grande chioma bionda e due occhi azzurri, oltre ad una viva intelligenza ed una comunicabilità fuori dal comune. La morte prematura della regina Maria Adelaide, moglie dello zio Vittorio Emanuele II e l’allontanamento dalla corte della madre, la quale illudendosi di poter sposare il cognato sovrano vedovo, si era invaghita di un semplice funzionario di corte, portarono Margherita ad essere ufficiosamente la “prima dama” del Regno d’Italia in tutte le manifestazioni ufficiali, accompagnatrice dello zio Vittorio, in quanto le figlie di quest’ultimo, le cugine Clotilde e Maria Pia, erano già sposate da anni e vivevano all’estero.
Dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, alla corte di Torino iniziarono a giungere domande di matrimonio per Margherita da parte di molti Principi europei, primo fra tutti Carol di Romania. Tuttavia ben più importante era predisporre le nozze dell’erede al trono Umberto, figlio primogenito di re Vittorio Emanuele II. I contatti del governo e della corte italiana presso le altre case reali non avevano dato i frutti sperati, in quanto nessuna delle grandi dinastie europee voleva ancora imparentarsi con gli ultimi “arrivati” , i Savoia appunto. Si decise pertanto di rivolgersi agli Absburgo, anche per tentare un riavvicinamento tra i due Paesi dopo le guerre risorgimentali. Venne prescelta Matilde d’Austria, figlia dell’arciduca Alberto duca di Teschen e di Enrichetta di Nassau-Weilburg. Ma il destino era in agguato: la sera del 6 giugno 1867 nel palazzo viennese della celebre imperatrice Sissi, in attesa di andare a teatro, Matilde si accese una sigaretta e per nasconderla agli occhi del padre, inavvertitamente fece prendere fuoco al suo abito di tulle! Morì qualche giorno dopo tra atroci sofferenze.
A questo punto sfumate le nozze con gli austriaci, il Presidente del Consiglio Menabrea, propose a re Vittorio proprio la nipote Margherita quale moglie del figlio Umberto onde rafforzare l’immagine della dinastia. Vittorio rispose in dialetto piemontese: “Ma l’è masnà”, cioè “è ancora
una bambina”, ma ben presto nonostante i suoi 17 anni, il sovrano si rese conto che la nipote era matura per quell’impegnativo passo. Quando Umberto andò ufficialmente a chiederle la mano, la risposta di Margherita passò alla storia: “Tu sai quanto sono orgogliosa di appartenere a Casa Savoia, e  lo sarò ancora di più diventando tua moglie!”. Le nozze furono celebrate nel 1868 e la coppia iniziò subito a viaggiare per tutta il Paese per farsi conoscere dai nuovi sudditi. L’anno dopo nacque l’erede Vittorio Emanuele a Napoli, tra il tripudio del popolo. Purtroppo il bambino, frutto dei molteplici matrimoni tra consanguinei, nacque rachitico e Margherita ne venne ferita nel suo orgoglio di madre. Nel 1878 alla morte del suocero divenne Regina d’Italia e si installò al Palazzo del Quirinale che trasformò da tetro palazzo della Roma pontificia in una delle regge più sfarzose d’Europa. Il suo salotto culturale divenne celebre nell’ ospitare poeti, scrittori, artisti, politici, anche critici della monarchia. Sopportò le infedeltà del regale consorte con grande signorilità. Ai suoi piedi “cadde” anche Giosuè Carducci, noto anticlericale e fiero repubblicano, il quale conoscendola ne divenne il suo più fiero ammiratore. Tra eventi sismici, epidemie, scandali, l’Italia “umbertina” lentamente entrò a far parte del concerto delle grandi Potenze europee. Promosse la moda italiana e fu patrocinatrice di eventi culturali e sociali. In politica preferì sempre la fermezza, auspicando per il Paese governi “forti” che potessero consolidare la giovane struttura dello Stato italiano, così come appoggiò l’impegno coloniale dell’Italia al pari delle altre nazioni. Dove fallì fu nel rapporto con il figlio, questi per tutta la vita la considerò la causa della sua piccola statura e delle dolorose cure mediche al quale venne sottoposto. Margherita amava l’eleganza, i gioielli, in particolare le perle,  le feste ed i balli di corte, ma pure i lunghi soggiorni in montagna nell’amata Valle d’Aosta. Fu tra le prime estimatrici dell’automobile. Non mancava di aiutare i poveri, le famiglie sfortunate con donazioni personali ecc. Quando il marito Umberto I cadde assassinato dall’anarchico Bresci nel luglio 1900 ben comprese che il suo tempo da protagonista era terminato, lasciando la “scena” al figlio Vittorio Emanuele III ed alla moglie, Elena del Montenegro. Visse ancora a lungo, dedicandosi all’alpinismo, all’attività di beneficenza ed a supportare i giovani talenti in tutte le arti. Durante la Prima Guerra Mondiale si attivò nell’organizzare ospedali e rifugi per i feriti e gli sfollati. Nel 1922, alla vigilia della famosa “marcia su Roma”, alcuni collaboratori di Mussolini le fecero visita a Bordighera ove si era ritirata. Morì a 75 anni ed è l’unica tra le regine d’Italia ad essere stata tumulata nel Pantheon di Roma.
Consiglio la lettura di: “La regina Margherita” di Carlo Casalegno – Il Mulino – Eur 15,49; “La corte dei Savoia” di Carlo M.Fiorentino – Il Mulino- Eur 27,00. BUONE FESTE A TUTTI!

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