martedì 19 aprile 2011

Il Sassolino nella Cultura - Num.6 Anno 1 (Gennaio 2011)

Pompei: monito per tutti, mai più scempi.
Tutto ha inizio il 6 novembre 2010, quando siamo venuti a conoscenza, grazie ai mass-media, dei crolli che hanno interessato il sito archeologico di Pompei, uno dei fiori all’occhiello del patrimonio culturale italiano.  Cede la Schola Armaturarum (la Scuola dei Gladiatori); il cedimento non era affatto imprevedibile, infatti da tempo se ne denunciava l’incuria ed una carente manutenzione (l’ultima ristrutturazione risaliva agli anni cinquanta!). Il 30 novembre, invece, è la volta della Casa del Moralista, quando alcune parti della casa si sbriciolano. Il 1 dicembre seguono altri due crolli riguardanti due muri: uno in via Stabiane e l’altro nel Lupanare Piccolo, e infine il 3 dicembre viene indicato il cedimento di un muro della domus di Trebio Valente, distante pochi metri dalla Scuola dei Gladiatori ma la notizia viene smentita dalla soprintendenza. Il clima si arroventa: dopo il duro intervento del Presidente Napolitano vengono avanzate richieste  di dimissioni nei confronti  del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, accusato di avere grosse responsabilità in merito agli avvenimenti. Ben presto arrivano le repliche del ministro, il quale invece sottolinea il grande lavoro svolto nel sito archeologico.La grave situazione di Pompei è affine a molti altri siti e strutture, vittime dell’incuria e dell’indifferenza, non solo di chi avrebbe il compito di provvedere alla loro conservazione  ma anche di persone incivili che spesso vi arrecano gravi danni. Anche noi, nella nostra piccola realtà, possiamo impegnarci per valorizzare di più il nostro patrimonio culturale, una delle poche cose di cui abbiamo il diritto di vantarci.Il nostro territorio è ricco di testimonianze del passato come castelli, torri e ruderi risalenti ad epoche storiche diverse; molte di queste vestigia sono note, molte altre sono poco conosciute o ancora da scoprire.Il compito che investe noi tutti, quindi, è quello di valorizzare e preservare  le opere esistenti, tenendo presente che ci sono molti altri “tesori nascosti”, in attesa di essere portati alla luce per rivelare nuove informazioni su usi e costumi dei nostri antenati. La storia va studiata,  il presente va gestito, il futuro va programmato.

Antonio Marcello

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