lo dimostra il fatto che essa sia rappresentata dall’iconografia di una statuetta femminile ,lo dimostra il fatto che dietro la sua nascita ,oltre a milioni di uomini ci sia la presenza di donne ,anche se spesso non sono citate nei libri di storia e a loro viene riconosciuto ben poco . Le donne dell’unità ,le donne che sono scese in piazza a manifestare per i loro diritti in quei giorni ,erano donne appartenenti alla borghesia cittadina ,quella borghesia che rappresentava il cuore della mobilitazione . Molte di quelle donne si impegnarono in prima persona all’attività cospirativa ,impegnandosi come giardiniere nelle carbonerie nella Giovane Italia . Tramite le sottane di queste donne coraggiose passavano sottoscrizioni ,proclami ,scritti patriottici o raccolte fondi . Mani di donna ,mani delicate e mani indurite dal lavoro ,mani insospettabili che hanno contribuito all’unificazione del regno. Molte di queste donne se la cavarono ,molte invece furono punite ed altre ancora esiliate . Donne di tutta Italia ,che per la prima volta ,dal nord al sud ,dal più piccolo paesino alla più grande città si univano ,si alleavano con gli uomini ,si schieravano in campo e combattevano ,donne che hanno sacrificato la loro vita ,la loro famiglia ,i loro affetti ,i loro sogni ,per presentarsi all’appuntamento più importante della storia ,l’appuntamento del 1861 che vedeva la nascita della nostra patria . Un particolare sguardo va posto alla storia di una grande donna dell’ Unità d’Italia : Adelaide Cairoli , una donna colta, una vera intellettuale dell’800 che ha saputo incarnare gli sviluppi delle coscienze femminili dell’epoca e che potremmo definire madre della Nazione. E madre lo è stata, effettivamente: dei grandi fratelli Cairoli, così cari al Risorgimento. Che il suo comportamento sia stato esemplare lo dimostra la storia. Nata nel 1806, a Milano, apparteneva alla famiglia del conte Bono ebbe la possibilità di condurre i suoi studi presso il collegio religioso Reale di Verona. A diciotto anni si sposa con Carlo Cairoli, già vedovo con due figli, di dieci anni più anziano di lei , da cui ebbe otto figli. Donna colta e generosa, di grande religiosità, curò personalmente la cura e l’educazione dei figli indirizzandoli verso l’amore per la patria. La sua attività per l’Unità d’Italia si tradusse nel finanziamento di giornali patriottici e ospitando un salotto politico dove accoglieva uomini di cultura e politici. Intratteneva inoltre rapporti epistolari con molti intellettuali dell’epoca. Durante la guerra del risorgimento (in particolare nella spedizione a Roma) vede morire tutti i suoi figli, tranne Benedetto che diventerà Primo Ministro Italiano e che la seppellirà. Morta nel 1871 è stata sepolta a Gropello accanto la tomba del marito. Un monumento ne ricorda la memoria. Di lei Garibaldi disse: “L’amore di una madre per i figli non può nemmeno essere compreso dagli uomini … Con donne simili una nazione non può morire”. Grazie a donne come queste che l’Italia è sopravvissuta e vive ancora ,forse saranno state donne radical chic , ma è proprio loro che dobbiamo ringraziare e magari fare della loro figura dei veri e propri idoli per le nostre future generazioni.
Natascia Nuccillo
Nessun commento:
Posta un commento