Cari “sassolini” eccoci a questo nostro primo appuntamento culturale che ogni mese proporrà qualche lettura interessante. Non è naturalmente un obbligo seguire suggerimento della Regina, poiché l’importante è comunque leggere, leggere, leggere, giornali, riviste e soprattutto libri! La lettura ci fa parlare e scrivere meglio, ci fa conoscere, amare ed odiare persone, cose, ideologie, fatti e personaggi, i libri sono il “pane della nostra mente”…., e noi tenteremo di farvi avere sempre fame! Bene, ed ora andiamo a tavola! Vorrei subito precisare il mio pensiero sull’argomento del libro che vi proporrò in quanto mi piace liberare il campo da ogni dubbio: non sono razzista, tuttavia conoscendo un po’ la situazione e, poi vi spiegherò i perché, sono convinto che, chi arriva in Italia da altri Paesi, di qualsiasi colore, etnia, religione o quant’altro, deve rispettare le nostre leggi, pur conservando usi e costumi propri, in quanto per me è importantissimo il rispetto della civica convivenza anche se noi Italiani non brilliamo per questo! Chi non dimostra di avere un lavoro, di avere un alloggio degno di questo nome, non può in alcun modo rimanere, non solo, chi affitta, subaffitta, o fa lavorare in “nero” tali lavoratori deve essere perseguito! Punto e a capo. Dietro gli occhi dei tanti sbarchi dall’Africa, dal Medio Oriente o dall’Asia, vi sono uomini e storie, non solo la ricerca di una vita migliore, c’è la consapevolezza di essere nato in una parte del mondo sfortunata. Quando sulle nostre spiagge, strade, città e paesi incontriamo un “vu cumprà” , vediamo solo la loro colorata “cianfrusaglia”, senza sapere che per vendere a pochi euro tante cose inutili, vi sono ragazzi partiti da luoghi sperduti, pagando somme iperboliche, per viaggiare non in prima classe su una nave o su un aereo, ma su autocarri dell’anteguerra e su golette che neppure i pirati salgariani avevano! La maggioranza di questi sono diplomati e con laurea, partono con il miraggio di giungere in terre ospitali, ricche, ove potranno riscattare le loro miserie familiari; hanno lasciato tutto: famiglia, affetti, i sapori ed i colori intensi dei loro Paesi, affidandosi a personaggi ambigui e senza scrupoli, causa la povertà delle loro terre, ove una classe politica post-coloniale si è rivelata più corrotta e famelica dei governi occidentali che governarono queste nazioni fino agli anni ’60 dello secolo scorso! Per noi sono solo “gentaglia”, che puzza, che delinque, che si affanna in arti e mestieri che poi nessuno di noi andrebbe a fare, dando loro colpe che non hanno. Certo tra di loro vi sono pure criminali, donne e uomini che da sfruttati diventano sfruttatori, ecc. Se abbiamo permesso negli anni passati a tutti costoro di venire senza garantire loro alcunché, è bene che questi ora rivendichino pari dignità per chi ha un lavoro, per chi ha fatto nascere i propri figli qui, per chi studia. Ottimale sarebbe estendere la cittadinanza italiana a chi nasce nel nostro Paese a prescindere! Ecco perché consiglio la lettura di
“Bilal-viaggiare, lavorare, morire da clandestini” di Fabrizio Gatti – Bur Rizzoli editore Euro 9,60” . E’ un viaggio per conoscere e capire cosa spinge migliaia di uomini, donne, ragazzi e ragazze ad intraprendere una vera e propria “Odissea” moderna. La nostra speranza è che al termine di queste pagine possiate vedere poi con altri occhi e cuore queste persone. A proposito, alcuni anni fa con la mia famiglia abbiamo deciso di aiutare uno di questi ragazzi, di origine bengalese. Oggi lavora regolarmente a Roma, ha 23 anni, e si chiama Dilan, è mussulmano, affettuoso ed intelligente, è fortissimo in matematica, informatica e parla inglese meglio della regina Elisabetta! Per noi è il quarto figlio.
Buona lettura “sassolini”.
Giuseppe Polito
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