venerdì 23 settembre 2011

STORIA DI SAN ROCCO A PIETRAMELARA



Da qualche settimana si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Rocco. Noi del Sassolino abbiamo pensato di informarci e di informare sulle origini di tale culto a Pietramelara, tanto sentito dalla popolazione e non solo in occasione della festa patronale. Ci è sembrato opportuno rivolgerci a documenti locali e, in particolar modo, a Don Roberto, grazie alla disponibilità e competenza del quale siamo riusciti a raccogliere qualche notizia a riguardo. Una delle fonti principali a cui abbiamo fatto riferimento è proprio uno dei suoi scritti, Le "cose" di San Rocco, la cui recensione sarà divulgata nel prossimo numero.
La tradizione fa risalire il culto alla fine del XV secolo, in occasione della discesa di Carlo VIII di Francia in Italia per la conquista del Regno di Napoli. Altra versione è quella espressa da un certo Padre Mandarino dell'ordine dei Filippini che, invece, nello scritto "Storia di San Rocco dal XIV al XIX secolo" asserisce che il culto di San Rocco a Pietramelara rimonta all'epoca della peste del 1600. Opinione errata, perchè nel Grande Archivio di Stato di Napoli è riportato che già nel censimento del 1500 uno dei rioni di Pietramelara era intitolato a San Rocco.
Ritornando alla tradizione, al seguito di Carlo VIII vi era un Capitano dei Cavalli, un tale Vasè de la Roche, che accampato a Pietramelara propose o impose il culto di suo cugino Roche de la Croix come patrono, il quale era stato santificato nel 1400 dal Conclave di Venezia, per aver liberato la città dalla peste. Fu lo stesso Vasè de la Roche che, probabilmente, impose anche la dicitura del suddetto rione. Con la venuta degli Aragonesi, in seguito alla battaglia di Fornovo del 5 luglio 1495, il culto di San Rocco veniva proibito in quanto francese (essendo originario di Montpellier), e venne invece istituito quello di San Liberato Martire. Il ripristino dell'adorazione del Santo avvenne nel 1570, con la concessione del riscatto feudale da parte di Don Andrea De Capua, il quale successivamente lasciò il feudo di Pietramelara. Da quì la tradizione di portare, da parte delle autorità cittadine, i ceri alla figura del Santo il 16 agosto giorno della sua festa. Il miracolo per cui San Rocco venne ufficialmente proclamato Patrono di Pietramelara, avvenne durante la seconda occupazione del Regno di Napoli nel 1806 con Giuseppe Bonaparte. L'esercito napoleonico, alla volta di Napoli, scelse di accamparsi a Pietramelara ma fu fermato da un giovane dall'aspetto gracile e gentile, che dissuase il comandante Championnet dal raggiungere il paese e proseguire direttamente per Napoli. Quando costui dovette ritornare a Pietramelara per la riscossione della taglia di guerra, riconobbe nel volto della statua di San Rocco i lineamenti di quel giovane incontrato in precedenza. Per testimoniare tale identificazione, regalò alla statua un anello con brillante stile Impero.
La prima statua di San Rocco giunse a Pietramelara il 7 agosto 1744. Dalla chiesa di San Pasquale, fu portata in processione alla presenza del Governatore di Napoli Loy e del Sindaco Paolo Rinaldi. L'autore era Giacomo Colombo, scultore proveniente da Andria. All'epoca della occupazione napoleonica, la statua era in rifacimento. L'abbigliamento dell'effigie è regale, come quello di soli altri due esemplari presenti in Italia, a testimonianza dell'elevato rango nobiliare del Santo, presentato da un altro signore che era il Capitano dei Cavalli di Carlo VIII, mentre tutte le altre statue lo raffigurano vestito con l'abbigliamento del Terz'Ordine di San Francesco.

NOTA AGGIUNTIVA: San Rocco di voto.
Il 14 giugno il Santo avrebbe risparmiato il paese da una gravissima intemperia atmosferica. Molti testimoni avrebbero visto il suo volto trasfigurarsi. Ogni anno, in occasione di questa data, il popolo ricorda l'episodio con una processione. 

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