
In questi giorni tutti noi abbiamo commentato, criticato, almeno una volta l’esito delle urne, facendo calcoli, intuendo preferenze e quant’altro. A Pietramelara non si parlava d’altro, seppur, a differenza di altre volte, in modo più cauto, apparentemente…
Vorrei soffermarmi, invece, andando forse controcorrente, sull’elevato numero di elettori i quali hanno deciso di non esercitare il loro diritto al voto. Se non ricordo male sono stati oltre mille i pietramelaresi che non si sono recati ai seggi!
In tempi nei quali le difficoltà albergano in ogni famiglia, questa massa di cittadini ha ritenuto opportuno pensare ad altro: ai propri problemi, alla mancanza di lavoro, alle imposte da pagare, al caro benzina, ecc.ecc. Tanto parliamoci chiaro: nessuno ha la “bacchetta” magica per risolvere i tanti problemi che affliggono la nostra società! A mio giudizio è stata una maggioranza silenziosa che ha voluto dimostrare la propria contrarietà contro la politica, i suoi rappresentanti, gli slogan e le promesse “sbandierate”. Sinceramente non incantano più nessuno! Quindi bisogna rispettare questa loro scelta seppur a malincuore.
“A cosa serve la politica?”, questo è il libro consigliato questo mese, scritto da Piero Angela-Mondadori Editore Eur 18,00.
Parlare di politica oggi è dunque un azzardo, tuttavia, Angela da quel grande divulgatore che è, riesce a spiegarlo molto bene. Nessuno chiede ai politici “giochi di prestigio” ma la capacità di interpretare i desideri del cittadino nel miglior modo possibile, attuando pochi punti: produrre ricchezza e non tanto la sua distribuzione, la conoscenza dei problemi, senso civico ed un po’ di fantasia. Tutto questo naturalmente alla luce di quella meritocrazia che è assente nel panorama politico italiano.
Per tornare al nostro “orticello” locale, la speranza è che nei prossimi anni, si faccia avanti una nuova generazione politica e che le “solite facce” riescano a fare un passo indietro, poiché dovrebbero capire di abbandonare la vita pubblica al momento giusto. Faccio mie le parole di un senatore ai tempi di Seneca: “Non avrei potuto fare diversamente: che sarebbe accaduto se non avessi accettato? Era assolutamente necessario…”.
Il grande filosofo dell’antichità gli rispose: “Nessuno è obbligato a correre sulla via del successo; ma, se proprio non vogliamo andare contro corrente, e già qualcosa se restiamo fermi e non invitiamo la fortuna a portarci avanti”.
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