Un paese che si caratterizza anche per mezzo del folklore è di certo costituito da una comunità fermamente legata alle proprie tradizioni e spinta dallo spirito di sacrificio.
A Pietramelara, come in molti dei paesi limitrofi, di certo il folklore non manca e viene pervaso dalle luci della ribalta più volte durante l’anno.
Ai festeggiamenti classici, ultradecennali, si sono affiancati man mano un’altra serie di eventi che per tutta l’estate hanno coinvolto buona parte della popolazione ed hanno attirato molti consensi ed altrettante critiche.
Apprezzabile il lavoro svolto Gratis et amore Dei dalle associazioni e i comitati festa, ma negli ultimi anni, appena dopo i tre colpi finali dei fuochi d’artificio, quello che si sente nell’aria non è un velo sottile di polvere da sparo ma lamentele per come è stato impiegato il denaro. “Peggioriamo di anno in anno”, “Ormai non vale nemmeno la pena uscire”, “Basta co sta banda di musica!”, “Perché paesi più piccoli del nostro fanno feste davvero belle?”, “Poi dicono che i giovani vanno fuori paese”… Chi di voi non ha mai pronunciato/sentito pronunciare almeno una volta una di queste esclamazioni?!
Il malcontento, soprattutto riguardante la Festa di San Pasquale, la Festa di San Giovanni e la Festa di San Rocco (eventi di primordine nel nostro Comune fino a qualche anno fa), sembra essere generale.
Encomi e critiche distruttive si alternano nell’agorà pietramelarese; c’è chi propone soluzioni fiabesche e chi semplicemente si limita a denigrare, ovviamente da qui a fornire informazioni false che si estendono a macchia d’olio il passo è davvero breve.
Siccome esprimere le proprie considerazioni è lecito, ma contestualizzarle non è da tutti, sembrerebbe opportuno attuare strategie per evitare di fomentare ulteriormente una cittadinanza per gran parte insoddisfatta. E allora: perché non pubblicare le spese sostenute dai diversi comitati in maniera da chiarire definitivamente alla popolazione che “non c’è trucco, non c’è inganno”?
Perché non ringiovanire un po’ gli stessi comitati, favorendo quel cambiamento che, sicuramente accompagnato dall’esperienza di chi per tanti anni s’è prodigato in virtù della tradizione, potrebbe portare?
Perché non rendere eleggibili le cariche a membro temporaneo all'nterno di un comitato?
Perché non pensare di “ibernare” per qualche periodo un paio di feste e convogliare tutti i fondi in un unico grande evento ben organizzato?
Non dimentichiamoci che una comunità arrabbiata e fomentata, equivale ad una comunità che mal volentieri si priva anche di somme esigue per rinnovare la tradizione.
Io, se fossi in voi cari Comitati, ci penserei su per il prossimo anno perché come recita il titolo dell’articolo “sparti palazzo e addiventa cantone”!
A Pietramelara, come in molti dei paesi limitrofi, di certo il folklore non manca e viene pervaso dalle luci della ribalta più volte durante l’anno.
Ai festeggiamenti classici, ultradecennali, si sono affiancati man mano un’altra serie di eventi che per tutta l’estate hanno coinvolto buona parte della popolazione ed hanno attirato molti consensi ed altrettante critiche.
Apprezzabile il lavoro svolto Gratis et amore Dei dalle associazioni e i comitati festa, ma negli ultimi anni, appena dopo i tre colpi finali dei fuochi d’artificio, quello che si sente nell’aria non è un velo sottile di polvere da sparo ma lamentele per come è stato impiegato il denaro. “Peggioriamo di anno in anno”, “Ormai non vale nemmeno la pena uscire”, “Basta co sta banda di musica!”, “Perché paesi più piccoli del nostro fanno feste davvero belle?”, “Poi dicono che i giovani vanno fuori paese”… Chi di voi non ha mai pronunciato/sentito pronunciare almeno una volta una di queste esclamazioni?!
Il malcontento, soprattutto riguardante la Festa di San Pasquale, la Festa di San Giovanni e la Festa di San Rocco (eventi di primordine nel nostro Comune fino a qualche anno fa), sembra essere generale.
Encomi e critiche distruttive si alternano nell’agorà pietramelarese; c’è chi propone soluzioni fiabesche e chi semplicemente si limita a denigrare, ovviamente da qui a fornire informazioni false che si estendono a macchia d’olio il passo è davvero breve.
Siccome esprimere le proprie considerazioni è lecito, ma contestualizzarle non è da tutti, sembrerebbe opportuno attuare strategie per evitare di fomentare ulteriormente una cittadinanza per gran parte insoddisfatta. E allora: perché non pubblicare le spese sostenute dai diversi comitati in maniera da chiarire definitivamente alla popolazione che “non c’è trucco, non c’è inganno”?
Perché non ringiovanire un po’ gli stessi comitati, favorendo quel cambiamento che, sicuramente accompagnato dall’esperienza di chi per tanti anni s’è prodigato in virtù della tradizione, potrebbe portare?
Perché non rendere eleggibili le cariche a membro temporaneo all'nterno di un comitato?
Perché non pensare di “ibernare” per qualche periodo un paio di feste e convogliare tutti i fondi in un unico grande evento ben organizzato?
Non dimentichiamoci che una comunità arrabbiata e fomentata, equivale ad una comunità che mal volentieri si priva anche di somme esigue per rinnovare la tradizione.
Io, se fossi in voi cari Comitati, ci penserei su per il prossimo anno perché come recita il titolo dell’articolo “sparti palazzo e addiventa cantone”!
1 commento:
Ci scusiamo con i lettori e la vice direttrice del Sassolino, per aver omesso alcune parole del suo articolo originale. Sottolineate, ci sono le parole omesse che ora sono state aggiunte. In ogni caso sul cartaceo troverete la versione corretta dell'articolo.
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