lunedì 13 febbraio 2012

PRESENTAZIONE LIBRO - "I FIORI DI SARA" DI LUISA MORETTI

2 commenti:

Prof. De Nuccio ha detto...

Conosco il romanzo per averne tempo fa letto il manoscritto. In effetti devo precisare che la problematica trattata in forma narrativa verte sulla contrapposizione di due forze naturali incarnate in personaggi contrapposti , forze poste sullo stesso piano e coesistenti da sempre: il bene e il male. In particolare bisogna far notare che questa concezione risale ad alcune forme religiose persiane di alcuni millenni or sono ed ancora praticate nel mondo, che si sono diffuse in primis nei paesi medioorientali; secondo queste credenze contemporaneamente i "fedeli" si rivolgevano a forse ora positive ora negative, coesistenti e fra loro intimamente legale anche se distinte. Si può dire che in qualche modo il Bene e il male dei quali si viene a partecipare si legittimano reciprocamente: l'uno senza l'altro non può esistere, cioè si riconoscono reciprocamente come forze e autorità. In più nel romanzo, se almeno il manoscritto è rimasto come credo e riferito lo stesso,il personaggio ideativo del male, nel quale è percepibile un tanto neanche mascherato satanismo, si svincola dall'equilibrio con il bene ed agisce alla fine autonomamente: anzi dall'unione prospettata fra la ragazza, che arriva attraverso percorsi esoterici alla conoscenza di vite pregresse, e un membro dell'episcopato cattolico dovrebbe nascere addirittura un anticristo. In effetti il romanzo è quanto mai attuale sia per il tentativo neanche tanto larvato di occupare parti importanti e distribuite sul territorio della Chiesa cattolica da parte di ambienti massonici che hanno recepito già da tempi remoti queste credenze zoroastriche sia perchè espressione di quel pensiero debole fondato sulla imperfezione e sulla sua irrimediabile condizione di accettazione del male e del bene percepiti in una unica inscindibile realtà sia in definitiva per la condizione stessa sociale e culturale del nostro piccolo centro. Quella unità di bene e di male percepiti in una unica realtà immodificata sono così radicati in molti che oggi abbiamo persino accettato l'idea della coesistenz<a del male, quASI UNA REALTà MECESSARIA CON UNA SUA LEGITTIMAZIONE, ALLA QUALE TALVOLTA RIVOLGERSI, di cui il personaggio nel romanzo è una ideazione, esaltata fino quasi a forme di delirio . Mi rattrista solo pensare che la manifestazione abbia avuto il patrocinio dell'Amministrazione comunale. Avverto il dovere etico prima ancora che religioso di evidenziare la natura di questo pensiero delle "due nature",BENE E MALE, se non altro per la respoBsabilità che avverto dinanzi ai giovani. A questi giovani che non vanno più in Chiesa, descritti come senza punti di riferimento, allo sbando ecc. quale prospettiva di rinascita in queste condizioni? Cosa dovrebbero trovare? Quale proposta educativa? gRAZIE rdN

Sergio Di Muccio ha detto...

Egregio Professore, seguo con attenzione ogni suo intervento sul "sassolino" (commento il post solo dopo l'evento al fine di evitare l'innesco di inutili polemiche)...premesso che non ho avuto ancora il piacere di leggere il romanzo
"I Fiori Di Sara"; mi consenta, però, in questa sede di dissentire dal Suo dissacrante giudizio e dalle accuse di irresponsabilità lanciate nei confronti dell'autrice e dell'Amministrazione Comunale,non per un'interpretazione agnostica ma perchè credo che la mera storica contrapposizione tra bene e male, peraltro esistente come da Lei stesso illustrato fin dalla notte dei tempi, non influenzi la percezione e/o l'avvicinamento alla Chiesa dei giovani. In tutta franchezza per strada, nei locali,
sui giornali ed in televisione (vedasi Festival di San Remo)... vedo altri "demoni" che affievoliscono le coscienze e le credenze delle nuove generazioni...anzi probabilmente la disquisizione accurata sulle "due nature contrapposte" favorisce una maggiore conoscenza e quindi una
proposta educativa in senso filosofico oltre che religioso, (come diceva un famoso spot televisivo ---- se lo conosci lo eviti).
Infine, anche se non sono cittadino di Pietramelara, penso che non capiti tutti i giorni che una nostra conterranea pubblichi, nel bene e nel male, un romanzo...godiamoci un momento di sano orgoglio campanilistico.
con stima Sergio Di Muccio