Sancito che la Chiesa debba
contribuire alla ripresa economica dell’Italia, attraverso il pagamento
dell’IMU per i locali ad uso commerciale, non dimentichiamo che altre forme di
esenzioni sono ugualmente gravi ma meno palesi.
Fonti
accreditate, tra cui il dossier di Repubblica del 22 dicembre scorso, danno
un’idea della colossale evasione allo Stato, che ruota non solo intorno agli immobili
del Vaticano, ma anche a quelli di enti e fondazioni “no profit” o pseudo tali.
Analizzando
solo i dati relativi a Roma, sono circa 2800 soggetti
proprietari di almeno 3500 immobili che evadono l’Imposta Municipale Unica,
nascosti dietro varie fondazioni dalle più svariate sfumature, come
l’Associazione Allevatori Razze Charolaise (razza bovina francese), a quelli
della Limousine, tutti prevalentemente ubicati nel centro storico della città,
laddove la tassazione risulta essere maggiorata per gli immobili di lusso. Basti
pensare che, sempre nella Capitale, ci sono numerosi nomi celati dietro la
neutra denominazione di ente. Da “Italiani
Europei” di Massimo D’Alema, a “Cristoforo Colombo” di Claudio Scajola, dalla “Libera
Fondazione” di Giustina Destro alla “Scuola Democratica” di Walter Veltroni, da
“Fare Futuro” a “Fede e Scienza” di Buttiglione.
Nel calderone degli enti di ricerca spiccano i nomi dei colossi
farmaceutici Pfizer e Serono, i grandi istituti di credito con Bnl, Credito
Cooperativo, grandi aziende come Telecom Italia e Finmeccanica, le case di moda
come le sorelle Fendi, Biagiotti, Capucci, Fontana, solo per citare alcuni
nomi. Per tutti vale la clausola ambigua della circolare del 2009
sull’esenzione Ici: “L’immobile deve
essere utilizzato da un ente non commerciale” ma, continua, “gli immobili non devono avere esclusivamente
natura commerciale”. L’interpretazione semantica di quel “no esclusivamente” permette a una congregazione o a una
confraternita di metter su alberghi e bed & breakfast senza pagare un euro
di Ici, a patto che nell’edificio ci sia una cappella per dire messa o un campo
di calcetto per i ragazzini del quartiere.
Se è concettualmente giusto “dare a
Cesare quel che è di Cesare” e “dare
a Dio quel che è di Dio”, è anche vero che “Dio” deve pagare quel che è di Dio ma anche “Cesare”
deve pagare quel che è di Cesare.
Pertanto è demagogico scagliarsi mediaticamente solo contro la Chiesa; è
vero che beneficia ancora di antichi privilegi, ma è anche vero che esistono una
moltitudine di organismi che beneficiano
di privilegi analoghi, quindi bisogna valutare la situazione in modo oggettivo
e non ideologico.
Nessun commento:
Posta un commento