giovedì 9 giugno 2011

REFERENDUM: BATTIQUORUM PER IL SI

Il 12 e 13 Giugno saremo chiamati ad esprimerci di nuovo sul Nucleare. A queste centrali gli italiani già hanno detto “no” più vent’anni fa. E anche allora si votava sull’onda di un disastro, quello di Chernobyl. Solo che all’epoca già avevamo il nucleare e dovevamo decidere se uscirne. Oggi invece, dopo l’ennesimo disastro nucleare, dobbiamo decidere se riaccendere le centrali. Andiamo avanti nel tempo, ma indietro nella storia. Il nostro governo, piuttosto che guardare al futuro, investe nel passato. Ma a questo punto possiamo anche provare ad immaginare quale potrà essere l’argomento del prossimo referendum. Dato che molti dei problemi del premier sono causati dal suo rapporto con l’altro sesso, potremmo un giorno essere chiamati ad esprimerci sul negare il diritto di voto alle donne. Così stanno un po’ buone al loro posto. E poi ancora, in futuro, dato l’incontestabile accentramento del potere politico, mediatico ed economico nelle mani di una sola persona, potrebbe anche giungere il momento di valutare seriamente se tornare o meno alla Monarchia, cancellata nel ’46. A cui seguirà la Marcia sul Quirinale e poi un moderno fascismo, lo sfascismo. E magari invaderemo di nuovo la Libia, come cento anni fa. Ma su questo il governo, devo dire, si è già portato avanti coi tempi. Alla fine questo passato prossimo si chiuderà inevitabilmente con la Disunità d’Italia, con Silvio che dice <<Obbedisco>> a Bossi, consegnando così l’Italia settentrionale nelle mani delle camice verdi. Fantastoria? Fantapolitica? Ma chi può negare che l’esisto dei referendum può cambiare il destino del nostro Paese per decine se non centinaia di anni?Più che politica è una questione culturale, sociale, civile. Domenica e lunedì dobbiamo scegliere l’Italia che sarà. Possiamo scegliere tra un’Italia che guarda al futuro, alle energie rinnovabili, alla ricerca e allo sviluppo sostenibile, dove la legge è uguale per tutti e l’acqua non è in vendita; e un’Italia sismica che quando tremerà per i terremoti pregherà che le proprie centrali non crollino,un’Italia dove il governo è al di sopra della legge che egli stesso scrive, un’Italia dove il pubblico,ovvero  lo Stato, non esiste più neanche nei servizi fondamentali delegando ai privati istruzione, trasporti, poste, sanità e infine l’acqua. Tu il 12 e 13 Giugno quale Italia scegli?
Vota quattro si.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

si
si
si
si

Andrea ha detto...

4 SI!