Dopo
numerose segnalazioni agli organi competenti da parte del nostro circolo e, si
presuppone, anche da numerosi cittadini (soprattutto per quanto riguarda coloro
che frequentano l'area mercato), lunedì 28 e martedì 29 ottobre sono intervenuti gli
accalappiacani del canile di Capriati al Volturno, supportati dal locale
comando della Polizia municipale, per catturare gli ormai famosi 4 cani randagi
che si aggiravano per il quartiere di Via Mancini. A quanto dicono una parte di
coloro che hanno assistito all'intervento degli operatori, ci sarebbero stati
momenti di alta tensione tra alcune
persone residenti in loco, che ormai si erano affezionati ai randagi, e gli
stessi operatori, coadiuvati dal Comandante dei Vigili Urbani, nello
svolgimento delle loro azioni. Per altri, invece, il lavoro è stato una sorta
di liberazione: i cani, infatti, iniziavano a creare problemi agli sportivi e
agli ambulanti del mercato domenicale.
(http://www.cucciaparadisosrl.it/contatti.asp
Questo è il sito del canile di Capriati al Volturno dove sono stati portati i nostri
randagi; chi vuole può andare a verificare lo stato degli animali catturati ed, eventualmente, adottarli.)
È
vero, spesso noi cittadini siamo portati ad avere un approccio amorevole verso
i cani randagi, tuttavia ignorando le normative vigenti in materia. A tal proposito vogliamo
segnalare che l'articolo 10 della
legge regionale da la possibilità che si istituisca il cosiddetto “cane di quartiere”: laddove si accerti la non sussistenza di pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, viene riconosciuto il diritto di essere animale libero. Naturalmente è necessario soddisfare le condizioni in base alle quali un randagio sia identificato come “cane di quartiere”: iscrizione all'anagrafe canina, sterilizzazione e un segno di riconoscimento ben visibile. Per le persone che, invece, vogliono adottare un “cane di quartiere” ci sono responsabilità anche penali, che, inoltre, riguardano anche coloro che danno da mangiare a cani randagi in modo continuativo. Per quanto riguarda i riferimenti normativi sul randagismo e il possesso di un cane vengono attuate su tutto il territorio nazionale varie leggi regionali e, in particolare, la legge n.°16 della regione Campania, che, in questo caso, è stata da linea guida per tutte le altre regioni.
legge regionale da la possibilità che si istituisca il cosiddetto “cane di quartiere”: laddove si accerti la non sussistenza di pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, viene riconosciuto il diritto di essere animale libero. Naturalmente è necessario soddisfare le condizioni in base alle quali un randagio sia identificato come “cane di quartiere”: iscrizione all'anagrafe canina, sterilizzazione e un segno di riconoscimento ben visibile. Per le persone che, invece, vogliono adottare un “cane di quartiere” ci sono responsabilità anche penali, che, inoltre, riguardano anche coloro che danno da mangiare a cani randagi in modo continuativo. Per quanto riguarda i riferimenti normativi sul randagismo e il possesso di un cane vengono attuate su tutto il territorio nazionale varie leggi regionali e, in particolare, la legge n.°16 della regione Campania, che, in questo caso, è stata da linea guida per tutte le altre regioni.
Concludiamo informandovi che per tutti i possessori
di cani è obbligatoria l'iscrizione all'anagrafe canina entro 60 giorni dalla
nascita o dal possesso e che presso le ASL è gratuito l'inserimento del
microchip nell’animale, che fa da carta d’ identità dello stesso.
4 commenti:
ma come mai dopo la denuncia che vi hanno fatto niente più volantino cartaceo? :-D
No anzi, ci stiamo riorganizzando per il prossimo anno!!! Purtroppo le copie hanno un costo, ed essendo autofinanziate così come lo era per Lo Specchio, Larambiente... attendiamo tempi migliori e fare altre opere di carità. Il blog, di contro, ha aumentato esponenzialmente le visite, quindi chissà, forse la querela ci ha fatto bene...
si manco più andrea de luca vi segue, ha fatto bene a defilarsi. Era sprecato visto come "scrive" per voi
Anonimo non mi sono defilato, ho preferito rimanere fuori per altri motivi
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