Tra
le parole più ricorrenti che ascoltiamo con riguardo al mondo arabo è la
presenza di due tipologie principali di musulmani, ovvero sciiti e sunniti.
Differenza non di poco conto, se pensiamo che molte delle guerriglie interne ai
vari paesi del medio oriente (Siria, Iran, Iraq, Bahrein) sono state scatenate
dalla presenza al governo di una di queste frazioni, che però rappresentavano
soltanto una piccola frazione della popolazione totale (appartenete all’altro
credo). Spieghiamo quindi, brevemente, questa differenza, a prima vista molto
accessibile.
Riassumendo
brevemente il perché della separazione, agli inizi della storia islamica c'è
stata una discussione politica su chi dovesse condurre i musulmani. Quelli che
oggi sono chiamati sciiti pensavano che alla testa dell'Islam dovevano
esserci i discendenti del profeta. Quelli che oggi sono chiamati sunniti
credevano invece che a dover guidare la comunità islamica dovessero essere le
persone più indicate.
I
Sunniti sono i seguaci della corrente di maggioranza dell’Islam. Il nome deriva
da sunnah che significa “tradizione”
e sunniti sono pertanto i musulmani che si riconoscono nella tradizione.
In
realtà, da questo punto di vista, sarebbero sunniti anche gli sciiti che, come
tutti i musulmani, fanno riferimento, oltre che al Corano, anche alle parole,
alla vita e agli atti (hadit) di
Maometto testimoniati appunto dalla tradizione.
Ma
la differenza fondamentale fra la componente maggioritaria e quella minoritaria
della comunità islamica riguarda la presenza e il ruolo della gerarchia
religiosa. L’Islam infatti non è mai stato strutturato come la chiesa
cristiana, con patriarchi o papi, ed i sunniti riconoscono come autorità
religiosa la comunità dei fedeli, come una forma di autodeterminazione ma nel
rispetto dell’affermazione di Maometto: “La comunità dei credenti non si
accorderà mai su un errore”. Gli sciiti o shia rappresentano la minoranza,
staccatasi dal gruppo più consistente dei sunniti dopo la morte di Maometto.
Fu
la ricerca di un suo successore a provocare tale scissione.
Gli
Sciiti sottolineano il ruolo particolare di Alì come nuovo leader dopo
Maometto, lui che di Maometto era cugino. Questi fanno proseguire la serie dei
loro iman con i diretti consanguinei di Alì. La fede nell’iman assunse molto
presto una componente sacra e fu associata alla fede nell’ ”atteso” alla fine
dei tempi.
Nacque
così una fede nel redentore che era ed è accompagnata da utopie sociopolitiche.
Perciò
la storia della shia è stata sempre caratterizzata da inquietudine religiosa e politica,
ma anche da sincera aspirazione alla salvazione.
Resta
anche il fatto che la divergenza di fondo tra sunniti e sciiti sta nella
determinazione della Sunna, e cioè qual è l’autorità che ha il poter di
dirimere le controversie e di fissare in ultima istanza la credenza o la
pratica religiosa a cui bisogna aderire.
I
sunniti rispondono che è il consenso universale, ma gli sciiti obiettano
che tale consenso universale della comunità musulmana non può costituire
l’ultima autorità, poiché è precisamente tale consenso che bisogna ottenere, e
d’altra parte non vi è nell’islam un concilio o istituzione qualsiasi che possa
stabilire, provocare o constatare tale consenso universale.
Tale base profonda della divergenza tra Sunna e Shiia può spiegare sia le violente lotte tra le due tendenze lungo tutta la storia islamica, sia le tensioni attuali e gli atteggiamenti di tipo politico nelle diverse componenti dell’islam moderno.
Tale base profonda della divergenza tra Sunna e Shiia può spiegare sia le violente lotte tra le due tendenze lungo tutta la storia islamica, sia le tensioni attuali e gli atteggiamenti di tipo politico nelle diverse componenti dell’islam moderno.
3 commenti:
non proprio esauriente ma è qualcosa
Ma non si può indire un referendum per abolire l'Islam?
Semplice e chiara, grazie
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