mercoledì 13 giugno 2012

QUANDO LA TERRA TREMA


Durante un sisma a venir giù non sono solo calcinacci e campanili, c’è qualcosa di molto meno pesante che si sgretola. Non alzerà polvere, non farà tanto rumore, ma la perdita del senso di sicurezza crolla esattamente come una qualsiasi costruzione.

Sono sotto gli occhi di tutti le immagini di ferro e cemento che non hanno retto, che si sono arresi all’ira della natura. Sciacalli mediatici le continuano a mostrare, riempiono palinsesti e annaffiano lo share ribadendo il concetto di sicurezza, andando ben oltre il normale principio di informazione e non curandosi affatto che dietro giochi televisivi ci sono anime in pena, che assieme alla paura subita stanno cercando di elaborare un lutto che non è necessariamente fisico.
Chi perde la propria abitazione o la vede lesionata, si sente privato della sua stessa identità, colpito nell’intimità del focolaio familiare che da tutto dovrebbe proteggere. Quel portone che fino a pochi istanti prima lo si chiudeva lasciandosi alle spalle i problemi che un giornata di lavoro o di studio portano con sé, si trasforma nel varco di fuga, nell’unico sbocco per ritornare a respirare quando tutto intorno trema.

Le ansie e le paure sembrano prendere il sopravvento. Gli esperti indicano con PTSD (acronimo inglese che sta per Disturbo Post-traumatico da stress) quell’atteggiamento tipico delle persone che a seguito di un forte trauma vedono compromesso il proprio funzionamento sociale o lavorativo in maniera significativa. Rivivere persistentemente l’evento traumatico, evitare stimoli sociali associati ad esso e un aumento di attività fisiologica come difficoltà di addormentarsi o concentrarsi, sono solo tre dei sintomi.
Come si fa a rimettersi in piedi?
Il sostegno agli sfollati da parte dello Stato non dovrebbe solo riguardare settori meramente economici; alle famiglie coinvolte non basta non pagare l’IMU, non risolve tutto un indennizzo o una proroga dei pagamenti. Servono piani di sostegno psicologico integrato che non scemino in poche settimane, serve un nuovo orizzonte al quale guardare fiduciosi mentre a venir meno sono proprio i pilastri dell’esistenza di ciascuno.

1 commento:

Andrea ha detto...

Bellissimo articolo