Visti i quotidiani disagi
provocati dal randagismo in alcune aree del nostro paese, vorremmo porre
all’attenzione di tutti un recente documento dell’ISTITUTO SUPERIORE DELLA
SANITA’ che si è espressa in merito a tale problema.
Nelle prime righe il documento
recita: “Quello del randagismo è un fenomeno composito: non è possibile
dividere la popolazione canina in due grandi categorie. quella dei cani con
padrone e quella dei cani randagi”; e in merito ai cani vaganti: “Per il tipo
di vita che conducono, per le possibilità di contatto che hanno con animali
domestici, selvatici e con l'uomo, per la frequentazione di discariche di
rifiuti e dintorni di macelli, possono sostenere il ruolo di interfacce
ecologiche fra ambienti rurali ed urbani. Possono, cioè, essere responsabili del passaggio di agenti
patogeni fra differenti ecosistemi. […] li espongono al rischio di assumere agenti
patogeni vari (ad esempio: Echinococcosus granulosus, Mycobacterium, Brucella),
nonché micro-organismi antibiotico-resistenti e di contribuire cosi al loro
mantenimento ambientale ed alla loro disseminazione. La mancanza di ricoveri e
le abitudini crepuscolari o notturne li rendono particolarmente esposti agli
artropodi ematofagi, facilitando così il mantenimento e la diffusione
ambientale di agenti quali Rickettsia conori e Leishmania, mentre i
rapporti di predazione esistenti con altre specie selvatiche o sinantropiche
possono contribuire al mantenimento ambientale di agenti che, almeno in Italia,
è estremamente difficile trasmettere all'uomo, quali Trichinella”.
Il documento continua dicendo:
“Altri aspetti di sanità pubblica legati alla presenza di cani vaganti sono
dati dagli attacchi all'uomo, dagli incidenti stradali provocati da cani, dalla
contaminazione ambientale (deiezioni. spargimento di Rifiuti, rumore) e
dall'azione da questa svolta a favore dei ratti, dai problemi in caso di
calamità, dai problemi in caso di sicurezza del lavoro”.
Infine il capitolo inerente alla
Contaminazione ambientale: “I cani vaganti, randagi ed inselvatichiti possono
essere causa di contaminazione ambientale in vari modi: deiezioni, diffusione
di pulci ed altri ectoparassiti, dispersione di immondizie, produzione
di odori e di rumori sgradevoli. Infine, una volta morti, gli
stessi cadaveri sono elemento di contaminazione. Le deiezioni animali
costituiscono il problema più eclatante e di maggior rilievo dal punto di vista
sanitario. Attraverso esse, possono essere trasmesse all'uomo svariate forme
infettanti. Vanno ricordate le zoonosi parassitarie, fra le quali
I'echinococcosi, l’idatidosi e la Lurva niigrans viscerale, mentre la Larva
migrans cutanea rappresenta un certo rischio soprattutto per i bambini
che giocano in luoghi frequentati dai cani (es. parchi pubblici)”.
In merito possiamo solo
sollecitare le autorità competenti affinchè cerchino di risolvere quanto prima
questo problema. Tutti possiamo segnalare tali casi al Servizio Veterinario
Territoriale per tramite del dott. Giuseppe Leonardo (num. Tel. 0823 869750
oppure 335 586759); i cani verranno in seguito sterilizzati.
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