martedì 24 luglio 2012

IMPRESE E CRIMINALITA': LA LOGICA DEL PIU' FORTE

Un grido silenzioso e continuo, un vagabondare tra la certezza di una situazione disastrata e la chimera di un reale cambiamento. Le aziende italiane vivono così, in bilico su quel filo sottile che divide la legalità dall’illegalità, i sacrifici per vivere onestamente e la “pseudo ricchezza” garantita dall’appoggio della criminalità organizzata.
Essere aziende al Sud non è facile, troppi compromessi, troppi favoritismi rendono l’ambizione un mero concetto e se a ciò si aggiunge una pressione fiscale mai stata a questi livelli, di sicuro quello che si materializza davanti ai nostro occhi è una tragedia comica in salsa agrodolce.
Una tragedia che si consuma tutti i giorni sotto i nostri occhi, a cui spesso assistiamo come spettatori impassibili, con un criticismo talmente asettico che la più vergognosa omertà a confronto sembrerebbe “Signora Giustizia”.
Nonostante i dati ufficiali sembrano via via migliorare e le associazioni impegnate a tutelare gli imprenditori registrano dati incoraggianti di denuncia, le piccole realtà, quelle fatte da artigiani, giovani e medi imprenditori, continuano ad essere abbandonate a se stesse, arrancano in un groviglio di leggi mai attuale e si muovono nel vuoto caratterizzato dalla totale assenza delle istituzioni.
Le aziende non investono al Sud, non approfittano della manodopera a basso costo risultante della precarietà occupazione che caratterizza il Mezzogiorno, i rischi sono troppi e troppo alti. Scenari da Far West osservati in un angolo nascosto del nostro balcone, tracotanza, prevaricazione e una galoppante e diffusissima logica del “laissez-faire” la fanno da padrone.
Non è solo la paura delle grandi organizzazioni criminali a frenare la libera iniziativa, è l’arroganza di chi pensa di essere proprietario di un feudo, di chi necessariamente vuole “marcare” il territorio.
È pur vero che le leggi di mercato sono spietate, ma è ancora più vero che essere competitivi e onesti rende qualsiasi sacrificio una VERA vittoria.
Non permetteteci di andare via, di scappare, di sognare un posto di lavoro lontano da ogni “patto col diavolo”; consentiteci, invece, di restare, di vivere nella nostra terra, di dare libero sfogo alle nostre ambizioni, tutelate l’unica cosa che ci è rimasta: la dignità!

Nessun commento: