martedì 6 marzo 2012

LA VAL SUSA PAURA NON NE HA!

Questo lo Slogan che da anni rimbomba nella ormai famosa Val di Susa.
Il TAV, un'opera antieconomica, che nel suo complesso durerà 40 anni e che è già in ritard di sei.
Il TAV, un'opera che dal versante francesce ancora non è stata neppure iniziata.
Il TAV, un'opera pericolosa per la salute pubblica in quanto tirerà fuori dalle montagne migliaia di tonnellate di polveri di amianto.
Il TAV, un'opera che si dice essere pagata per la maggior parte dall'europa... assolutamente no, l'europa per ora ci mette i 600 milioni per le rilevazioni, il resto è tutto da vedere.
Il TAV, un'opera già inquinata dalla mano della 'Ndrangheta in vari appalti.

Questi alcuni dei tanti motivi che il movimento dei NO TAV portano avanti dal 2005 e che vengono pubblicati ovunque, tranne che nei tg.
Come possono i nostri beneamati TECNICI al governo ignorare tutto ciò, e anzi, inasprire le politiche di repressione nella valle portate avanti dal vecchio governo Berlusconi e il suo maresciallo Maroni?
Come mai i politici piemontesi, e di tutti i partiti di governo attuale, vogliono così tanto quest'opera? Interessi? chi lo sà...

Da WIKIPEDIA

Argomenti portati dal movimento
Vi sono diverse ragioni che le contestazioni muovono contro la costruzione di una linea ad alta velocità e capacità in val di Susa:
  • L'opera, a causa dell'elevato costo e tenendo conto dei possibili ricavi sarebbe economicamente sconveniente.[2][3]
Numero di autoveicoli che annualmente attraversano, nei due sensi, il traforo del Frejus
  • Il traffico sulla direttrice Torino-Lione è, per stessa ammissione dei promotori della nuova linea, in continua diminuzione, specialmente quello passante attraverso il traforo del Frejus e quindi il TAV diverrebbe sottoutilizzata.[4][5] La diminuzione del traffico non sarebbe neanche imputabile alla presenza sulla linea di lunghi tratti a binario unico, dovuti ai lavori di ampliamento eseguiti nelle gallerie, perché iniziati ben prima.[senza fonte] Gli studi ufficiali del contraente generale, Lyon Turin Ferroviaire, calcolano però una crescita esponenziale e sistematica del traffico per gli anni a venire. [6]
  • I lavori di cantiere durerebbero molti anni e comporterebbero inquinamento acustico, polveri e disturbi per gli abitanti della valle.
  • Le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da gallerie dell'ordine delle decine di chilometri, avrebbero al loro interno ingenti quantità di amianto, uranio (e quindi radon) le quali, durante gli scavi ed il trasporto, potrebbero diffondersi fino alla periferia della vicina Torino a causa dei forti venti caratteristici della valle.[7][8][9]. Al contrario, dati presentati dall'ARPA-Piemonte in una conferenza stampa del 28 novembre 2005 e ulteriormente suffragati da studi geologici successivi [10], indicherebbero che il rischio radiologico per la popolazione della Val di Susa legato alla presenza di mineralizzazioni radioattive è del tutto trascurabile, e che le attività di scavo difficilmente darebbero luogo ad un significativo rischio radiologico. Inoltre, la presenza di amianto nel sottosuolo attraversato dal tracciato previsto è stata riscontrata unicamente in alcuni siti in superficie e soltanto in quantità trascurabili nei tunnel, il cui impatto sarebbe diversi ordini di grandezza inferiore a quello comunemente riscontrato nelle miniere o cave di serpentino ad alto tenore di amianto presenti o dismesse nell'area della Val di Susa[10].
  • L'attuale Ferrovia del Frejus sarebbe sottoutilizzata e il suo potenziamento comporterebbe costi minori rispetto alla realizzazione di una nuova doppia linea.[11]
  • Con la realizzazione del tunnel ci sarebbe il rischio di causare importanti dissesti idrici nelle zone limitrofe come è già avvenuto per il tunnel del Mugello[12]. Tale eventualità risulta speculativa se si considera che le formazioni rocciose attraversate dalle perforazioni del TAV non sono minimamente assimilabili a quelle del Mugello, né dal punto di vista strutturale né da quello idrogeologico, e che nessuno studio geologico effettuato finora in loco ha mai messo in luce una simile criticità[senza fonte].
  • Secondo i sostenitori del progetto il TAV dovrebbe favorire lo spostamento su rotaia delle merci che viaggiano sui TIR contribuendo quindi a ridurre l'inquinamento. Il movimento No TAV ed alcuni studi sostengono che ciò non è affatto vero.[13] Tale spostamento inoltre potrebbe avvenire anche usando la linea esistente.[14]
  • L'opera rientrerebbe all'interno delle politiche di esportazione di capitale produttivo/importazioni di merci a basso costo favorendo la delocalizzazione delle aziende in aree geografiche dove il costo del lavoro è inferiore, non solo portando all'estero posti di lavoro ma, grazie all'effetto competitivo dei salari, potrebbe portare ad una notevole diminuzione dei salari italiani ed europei.[15] [16]
Molti di questi argomenti sono stati riassunti in un documento redatto dall'associazione Pro Natura Torino nel quale vengono elencate 150 ragioni del movimento No TAV. Gran parte di questi argomenti sono trattati in uno studio della (EN)COWI A/S.[17]

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