mercoledì 26 ottobre 2011

OGGI GOVERNO BATTUTO DUE VOLTE

ARTICOLO TRATTO DAL SITO DELL'ITALIA DEI VALORI


L'IRISBUS E' SALVA

Oggi alla Camera la maggioranza è stata battuta per la novantatreesima e la novantaquattresima volta. Con 275 voti a favore e 272 contrari è stata approvata una mozione presentata dall'Italia dei Valori, di cui io ero il primo firmatario, che impegna il Governo a stanziare 700 milioni di euro per i prossimi due anni e altri 600 per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende che operano nel settore del trasporto pubblico in Campania.
Quello stanziamento serve a bloccare la chiusura dello stabilimento Irisbus di Avellino, deciso dalla Fiat a settembre con la scusa della diminuzione delle immatricolazioni degli autobus urbani in seguito alla crisi.
La Fiat vuole in realtà far costruire gli autobus al suo stabilimento francese per aumentare i profitti, e il governo, come sempre, non ha saputo muovere un dito per difendere i mille lavoratori della fabbrica e i trecento dell'indotto.
Questo voto dimostra che la maggioranza non esiste e la seconda clamorosa bocciatura del Governo in un giorno, avvenuta mezz’ora dopo la prima, ne è la dimostrazione. I deputati della maggioranza votano solo la fiducia per difendere il proprio “posto di lavoro”, perché alla loro poltrona stanno molto più attenti che non alla condizione dei lavoratori, ma subito dopo si dissolvono.
Ma la cosa più importante, per me, è che il voto sull’Irisbus può salvare dalla disperazione decine di famiglie e impedire che peggiori ancora la situazione di un territorio già devastato dalla crisi e dalla insipienza del governo.
Per questo è però fondamentale che il governo dia immediatamente seguito concreto a quanto deciso oggi dalla Camera senza svicolare come sua abitudine.
Noi dell'Italia dei Valori ci impegniamo a vigilare e a garantire il rispetto di questo voto
, proprio come ci siamo sin qui impegnati a difendere i lavoratori di Irisbus dal cinismo attento solo al profitto immediato, dalla Fiat e dalla complicità di questo governo.

Antonio Di Pietro

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