Qualche giorno fa ho aperto i miei soliti feed di informazione e ho trovato varie notizie fra loro collegate, che mi hanno dato da pensare. Precisamente, le notizie erano:
- L’Uruguay ha legalizzato i matrimoni
gay, l’uso della marijuana venduta e prodotta dallo Stato e
l’utilizzo del software libero nell’amministrazione pubblica. Una
rivoluzione politica, sociale ed economica a colpi di diritti e
democrazia che passa per il suo presidente Josè Mujica e una classe
dirigente in gran parte legata all’esperienza politico/militante
dei Tupamaros( globalproject del 30/12).
- Il 1° gennaio 2014 alle 8 del mattino ora locale in Colorado, negli Stati Uniti, hanno aperto
i primi negozi autorizzati a vendere la marijuana a chiunque abbia più
di 21 anni. Migliaia di persone sono rimaste in fila per ore per
comprare legalmente la marijuana(ilpost del 03/01).
- La legge in vigore in materia di disciplina degli stupefacenti è la cosiddetta “Fini-Giovanardi”, che generò molte discussioni quando fu emanata nel 2006. La legge, che non prevede distinzioni tra droghe leggere e pesanti, ha portato a un inasprimento delle sanzioni relative non solo alla produzione e al traffico ma anche al consumo di sostanze stupefacenti:La legge Fini-Giovanardi, tra le altre cose, ha contributo in maniera decisiva al sovraffollamento delle carceri italiane degli ultimi anni(il post del 03/01).
La lettura di queste notizie mi ha portato a far delle ricerche personali nell'ambito, soffermarmi su quello economico e tralasciando quello salutare, ed ho scoperto cose interessanti, come questa:
-Usa, la marijuana legale è un business da 1,5 miliardi. I
ricavi quadruplicheranno entro il 2018 grazie ai referendum in Colorado
e nello Stato di Washington. Si fanno avanti così gli investitori, che
puntano su distributori automatici di stupefacenti e start up
innovative. E anche lo Stato chiede la sua fetta, con una tassazione
fino al 40%(ilfattoquotidiano del 15/04/13).
Numerosi studi si sono posti a favore e contro agli effetti delle droghe leggere, ma negli ultimi anni si stanno sempre più affermando ricerche a favore del liberismo: dopo la liberalizzazione di tabacco e alcool non è forse giunta l'ora anche di mariuajana e hashish?
I dati sui consumatori abituali in Italia, ottenuti da una relazione UE del 2012, segnalano come siamo lo Stato con la
prevalenza più alta di consumatori rispetto alla popolazione generale:
il 32 per cento degli italiani ha provato marijuana almeno una volta
nella vita, il 14,3 per cento l’ha usata nell’ultimo anno, il 6,9 per
cento nell’ultimo mese, percentuale che raddoppia tra gli under 24. Aggiungendo che il giro d'affari delle stesse, gestite dalle varie mafie in tutta Europa, viaggia intorno ai 100 miliardi di euro soltanto in Italia, si stimano dei proventi per lo Stato dati da una liberalizzazione a partire dai 30 miliardi annui(pari quasi al 4% del debito pubblico italiano...).
Di fronte ad evidenze così nette, perchè non iniziare una discussione seria sull'argomento? Siamo il paese in cui viene invogliato l'uso di slot machine per reperire risorse e non si pensa ad un'opportunità a portata di mano?
Chiediamo già ai nostri lettori di darci una prima opione in merito, non è detto che in piccoli centri come il nostro non possa esserci dibattito costruttivo.
ps: articoli interessanti sulle vicende degli ultimi giorni:
-relazione UE sul consumo di droghe in Europa: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-73_it.htm
ps: questo articolo non è una ricerca scientifica in merito, è un punto di partenza per dar vita ad un dibattito più ampio. Ci farebbe molto piacere se fra i vari nostri lettori ci fosse anche uno scambio di pareri "più autorevoli", ovviamente documentati, tali da avere noi tutta una ampia visione d'insieme.
1 commento:
si prega anche la lettura di questo articolo di Roberto Saviano:
http://www.repubblica.it/politica/2014/01/09/news/padrino_proibizionista-75455346/?ref=HRER2-1
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