giovedì 26 gennaio 2012

INFLUENZE DELLA CULTURA ARABA A ROCCAROMANA

Quando si parla di Arabi in Italia, ci si riferisce  ai Saraceni, musulmani provenienti dal Nord Africa e dal Mashriq, vasta regione comprendente pressapoco le odierne Iraq, Libano, Siria, Giordania e parte della Turchia.  Conquistarono la Sicilia e porzioni dell'Italia Meridionale sottraendola all'Impero Bizantino (l'Impero Romano d'Oriente) che, entrato in crisi, si stava pian piano ritirando.  Dominarono il Mediterraneo per più di 200 anni, tra l'VIII e l'XI secolo e, anche quando furono completamente scacciati dall'Italia, la loro presenza continuò a farsi sentire nei porti commerciali. Invasero prima la Sicilia, ottenendola integralmente dopo più di ottanta anni di invasioni nel 902, dopodichè si spinsero anche nella penisola, dando vita all'Emirato di Bari, occupando prima Brindisi, importante nodo di comunicazione tra Oriente e Occidente e  impiantando basi in Campania e nel basso Lazio sul Garigliano, sotto Cassino, per poi fermarsi alle porte di Roma. Una volta stabiliti sul territorio, furono favoriti ed incitati da molti signori locali come aiuto nelle guerre contro i nobili nemici. La loro presenza, molto marcata in Sicilia, ha lasciato numerose tracce anche in Campania. Diversi influssi sono ancora riscontrabili sia nell'architettura che nella lingua dialettale. Nel nostro dialetto alcuni termini derivano direttamente dalla lingua araba, come ad esempio maccaturo (fazzoletto) da maqdar, mesale (tovaglia da tavola) da misar, tauto (bara) da tabut e ziro (orcio) da zir.  A Roccaromana,  il campanile del cimitero, con la sua cupola caratteristica, e quello della chiesa dell'ospedale ricordano molto le strutture islamiche dei minareti. Il campanile del cimitero, facente parte di un complesso che comprendeva la Chiesa di Santa Maria Ad Nives, è di costruzione incerta, e la sola notizia a disposizione è l'iscrizione della lapide sopra uno dei portali d'ingresso, visibile in esso. Questa lapide reca di un restauro del Sindaco Alessandro Zarone, figlio di Marco, del 1824. Il campanile dell'ospedale, a differenza dell'altro,  è privo  della cupola, ma la costruzione è molto simile. Esso appartiene alla Chiesa della SS.Annunziata, attigua all'ospedale, che fu edificata nel XVII secolo ad opera dei Frati Agostiniani. Anche se è di epoca posteriore, ciò non toglie che possa aver risentito dello stile arabo. Per ora le informazioni sulle loro storie sono molto esigue  ma si cercherà di approfondirle meglio nei prossimi numeri del Sassolino.

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