Esiste una bella legge, la n°361 del lontano 1957,
che stabilisce le regole per l’incandidabilità e che riguarda il conflitto di
interessi. Ed è dal lontano 1994 che questa legge, tra la negligenza del
centro-destra e la complicità del centro-sinistra, non viene applicata.
Leggendone il testo, si capisce subito a chi si riferisce, Silvio Berlusconi, che,
nonostante vari ricorsi nel 1994 e nel 1996, da ben 5 legislature riesce a
farla franca. In particolare a renderlo “candidabile” sarebbe l’interpretazione
faziosa dell’articolo 10 comma 1 di
questa legge, in cui è scritto che sono considerati ineleggibili “coloro che in proprio o in qualità di
rappresentanti legali di società o di
imprese private risultino vincolati con
lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o
autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”. Quando nel
1996 un comitato cittadino fece ricorso, la Giunta delle elezioni alla Camera,
l’organo competente, rispose che l’inciso “in
proprio” doveva intendersi “in nome proprio” e quindi non
applicabile all’on. Berlusconi, in quanto non era titolare di concessioni
televisive in nome proprio. Visto che tra qualche giorno le giunte per le
elezioni della camera e del senato dovranno decidere sull’ineleggibilità degli
eletti, MicroMega ha lanciato un’ appello on line a favore della sua non
eleggibilità, a cui possono accedere tutti i cittadini. Tengo a precisare che
la n°361 del 1957 oltre a Berlusconi, che ovviamente è la personalità coinvolta
più illustre, deve essere allargata a tutti i parlamentari che rientrano in
questa categoria. Di seguito viene allegato il link della raccolta firme, che
potrete consultare e, volendo, firmare. Nella prima settimana sono state
raggiunte già 160 mila firme.http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391292
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