In questo articolo si ripercorrono brevemente le varie tappe del 4 novembre, le cui celebrazioni si sono da poco concluse. In questa data si celebra l’anniversario della fine della prima guerra mondiale per l’Italia, la festa per le Forze Armate e per l’Unità nazionale. Infatti il 4 novembre del 1918 l’Italia uscì vittoriosa dalla prima guerra mondiale, con la firma dell’armistizio a Villa Giusti (presso Padova) dell’esercito Austro-Ungarico, ottenendo una vittoria che da molti è stata definita “mutilata” perché pagata a caro prezzo di vittime e feriti, con la conseguente ammissione di Trento e Trieste. La data venne ufficialmente istituita nel 1919 e doveva servire tanto a celebrare la vittoria dell’Italia sull’Impero Austro-Ungarico quanto a ricordare il sacrificio di chi perse la vita durante il sanguinoso conflitto. Durante il regime fascista l’anniversario venne parzialmente eclissato dalla celebrazione della “marcia su Roma”, che cadeva solo qualche giorno prima, il 28 ottobre. Mussolini, dal canto suo, intese fascistizzare pienamente la festa: chi meglio dei fascisti – secondo lui – poteva celebrare il coraggio e vigore degli italiani! La caduta del regime nel 1943 e la fine della seconda guerra mondiale causò un allentamento del ricordo della Grande Guerra. Cambiata denominazione, da “Festa della Vittoria” a “Giorno dell’Unità Nazionale”, il 4 novembre divenne l’occasione in cui le Forze Armate dichiaravano la loro fedeltà alla Repubblica. A partire dal 1949 essa divenne anche “Festa delle Forze Armate”, ritenute vere depositarie dei valori della concordia e dell’unità. Le celebrazioni quindi si attestarono su questo doppio canale: da un lato rito civile e religioso attraverso cui il popolo si rispecchiava nel proprio passato patriottico, dall’altro giornata in cui le Forze Armate celebravano le proprie glorie e memorie. La ridefinizione del calendario delle feste civili, nel 1977, provocò un declassamento del 4 novembre, che perse lo status di giorno festivo, in quanto divenne una “festa mobile”, che cadeva nella prima domenica di novembre. Alcuni anni fa, grazie alla spinta dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, questa data è stata rivalutata ed è ritornata ad essere una giornata con celebrazioni più estese e partecipate.
In conclusione, bisogna ricordare che questo giorno, oltre ad essere l’unica festività che abbia attraversato le varie età dell’Italia, quella liberale, fascista e repubblicana, ha dato una spinta positiva, soprattutto negli anni del primo dopoguerra, a quel processo di unità nazionale iniziato con le lotte risorgimentali.
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